Come riconoscere partiti gatekeeper e false opposizioni

Per rendere le democrazie “governabili” non basta tenere sotto controllo la maggioranza, ma è necessario controllare anche le opposizioni: lo scopo è quello di dare l’illusione al popolo che ci sia sempre qualcuno che si batta per loro.

Col termine “gatekeeper” si intende un partito/movimento in grado di raccogliere il dissenso e il malcontento della gente, rielaborarlo e infine disattivarlo.

Si tratta di una figura necessaria per scongiurare il rischio di insurrezioni popolari, mentre si continua a portare avanti un’agenda imposta dall’alto, nel caso italiano quella del “più europa”.

Vediamo brevemente il funzionamento di questo “modello” sull’esperienza storica che parte dalla seconda repubblica fino al governo gialloverde.

LA DISATTIVAZIONE DEL DISSENSO NELLA SECONDA REPUBBLICA

Da mani pulite in avanti, dopo aver reso impossibile entrare in parlamento a chi non ha grandi mezzi economici e/o spazi mediatici, la politica italiana si è divisa in due coalizioni, quella di centrodestra e quella di centrosinistra, su un modello di bipolarismo “all’americana”.

La sinistra dal PDS in poi, si era già convertita al cieco europeismo, neoliberismo e globalismo ma per far passare queste idee inquadravano come nemico Berlusconi.

Berlusconi a sua volta indicava come nemico la sinistra facendo credere al pericolo dell’istaurazione di una dittatura comunista.

Insomma, in cabina elettorale tappatevi il naso, perché altrimenti vince l’avversario che ci porterà in una dittatura!

Peccato che in 17 anni di seconda repubblica centrodestra e centrosinistra avessero lo stesso programma: tagliare la spesa, privatizzare, distruggere i diritti dei lavoratori.

Solo che se ci provava Berlusconi si ritrovava un milione di persone in piazza, ma se ci provava la sinistra la convinzione popolare era perché “non c’è alternativa” (il famoso TINA).

Infatti i peggiori risultati in termini di taglio alla spesa, privatizzazioni e distruzione dei diritti dei lavorati li ha portati a termine il centrosinistra, come confessato in un noto intervento in TV di D’Alema del 2011.

Estratto della trasmissione RAI “Porta a Porta” del 25 ottobre 2011 – min 36

La conferma il fatto che Berlusconi e la “sinistra” portassero avanti la stessa agenda l’abbiamo avuta proprio nel novembre 2011.

Sotto il ricatto della BCE di non comprare più i nostri Titoli di Stato, Berlusconi rassegna le dimissioni per Mario Monti, ma il PDL voterà la fiducia al governo Monti assieme al PD, dando così i voti necessari a Monti per radere al suolo il Paese.

Chi glielo spiega a quelli che festeggiavano la caduta di Berlusconi che lui ha sostenuto Monti insieme ai suoi “nemici” di sempre?

L’ASCESA DEL MOVIMENTO 5 STELLE E DI SALVINI

Nelle elezioni 2013 il movimento 5 stelle è stato il partito più votato, mentre la lega nord ottiene un “misero” 4%.

Nelle elezioni 2018 il M5S si conferma il primo partito mentre la lega diventa il primo partito del centrodestra.

In Italia abbiamo avuto una anomalia rispetto al resto mondo, perché c’è stato bisogno di ben due partiti gatekeeper.

Il movimento 5 stelle che doveva disattivare il dissenso prevalentemente a sinistra e/o al sud, la Lega che doveva farlo a destra e/o al nord.

Tre mesi dopo le elezioni del 4 marzo nasce il governo gialloverde che vede l’alleanza m5s-lega con Giuseppe Conte presidente del Consiglio dei ministri.

Il governo Conte I non ha fatto altro che portare avanti l’agenda di Bruxelles – perché è questo che si evince leggendo i documenti ufficiali e lasciando a casa la propaganda – mentre si dava la colpa al “deep state”, a Tria, a Mattarella ecc..

Nel settembre 2019 termina il governo gialloverde, il movimento 5 stelle si “brucia” definitivamente per far tornare il PD al governo (i nemici giurati…) e nasce il governo “giallo-fucsia”.

LA LEZIONE DA IMPARARE

Dall’esperienza storica maturata, possiamo capire il “ciclo di vita” di un partito o movimento gatekeeper, in sette fasi.

FASE #1 – il pompaggio mediatico

“Dobbiamo sostenerli perché hanno i media contro”. Per cosa attaccano i media? Per le posizioni euroscettiche o per le michiate? Gli attacchi sono esclusivamente su temi cosmetici e/o secondari.

Ma poi nei media questi compaiono in continuazione a parlare. Salvini per esempio sembra che abbia preso la residenza negli studi Mediaset.

La cosa buffa è che, dopo il palese tradimento del movimento 5 stelle, nessun media ne ha approfittato per dargli il colpo di grazia, eppure prima del 2018 erano tutti contro, chissà perché hanno cambiato idea…

FASE #2 – la costruzione del consenso sulla base del dissenso

Quanti attacchi abbiamo sentito contro l’UE da Lega e M5S, quanche critiche abbiamo ascoltato contro la moneta unica? Quanti insulti il m5s ha fatto contro il PD? Quante volte Salvini ha detto “mai più con Berlusconi”?

Bene, una volta costruito il consenso sulla base del dissenso ai vecchi partiti e alle politiche dell’unione europa, rimangiarsi il tutto e farlo passare per strategia.

FASE #3 – il sedicente “voto utile”

Vuoi che vinca il PD?” era il tormentone delle elezioni 2018, dunque un italiano su tre ha messo la croce sul simbolo del m5s, in ottica contro i vecchi partiti, al sud c’è stato un plebiscito.

Oppure “è necessario far vincere il centrodestra perché è la coalizione che deve vincere, altrimenti ci sarà il caos”.

Risultato chi ha votato il m5s in ottica contro i vecchi partiti, si è ritrovato al governo coi vecchi partiti, rinnegando tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Mentre Salvini è riuscito nell’impresa di “resuscitare” Forza Italia!

FASE #4 – lasciateli lavorare!

“Non si può pretendere tutto e subito, lasciateli lavorare”. Senza dubbio non si può pretendere la liberazione dall’oggi al domani, il problema è che loro non lavorano per la liberazione ma per il “più europa”!

Documenti ufficiali alla mano (tipo questo qui uscito pochi giorni fa) e al netto delle sparate in TV e sui social.

FASE #5 – abbiate fede, abbiate fiducia

I risultati continuano a non farsi vedere, il popolo continua a sperare che in fondo ci sia una strategia.

Ai continui proclami di “altroeuropeismo” i tifosi si cimentano in spettacolari “mirror climbing” pur di giustificare i loro idoli e negare le evidenze.

E le elezioni europee non hanno cambiato un bel niente, perché il parlamento europeo conta quanto il due di bastoni quando briscola è a denari

FASE #6 – il “risveglio” del popolo

Sempre a scoppio ritardato, i cittadini stufi accusano di tradimento il governo che ha soltanto continuato col pilota automatico impostato dai vecchi partiti.

Esempio eclatante Giuseppe Conte che, in un solo anno, è passato da “avvocato del popolo” a “infiltrato del PD”, nonostante abbia sempre detto chiaramente le intenzioni del suo governo.

FASE #7 – il passaggio di testimone

Esaurito il compito di disattivazione del dissenso, un nuovo movimento prende il posto di quello precendete, e ripetere il ciclo.

Il posto del 5 stelle è stato preso dalle sardine (per riportare i voti del m5s al PD), mentre quando Salvini esaurirà il suo compito verrà rimpiazzato da Fratelli di Italia.

La stessa figura di Conte, nel periodo del lockdown, è stata super pompata dai media, al tal punto che lo sconosciuto avvocato pugliese è magicamente diventato uno statista e persino un sex symbol (vedi il fenomeno “bimbe di Conte”)

Oltre a Conte, ricordiamo che il 5 stelle ha in panchina Alessandro Di Battista, quindi al momento opportuno persino il m5s (che sinora ha incassato sonore batoste elettorali) potrà essere resuscitato, tanto il popolo ha memoria corta…

LO SCENARIO ATTUALE E DEI PROSSIMI ANNI

In Grecia dopo la resa di Tsipras al governo è tornata la coalizione di centrodestra (nea demokratia), il rischio di finire massacrati come il Paese ellenico stavolta è davvero vicino.

La crisi del covid-19 ha fatto emergere in tutta la sua brutalità cosa vuol dire avere un Parlamento senza vere opposizioni.

Nel mentre che l’economia sta andando a rotoli, con nessun partito che parla esplicitamente di italexit, il rischio che la rabbia del popolo si scagli contro il burattino di turno (Conte) è altissimo: questo scenario porterà ad un nulla di fatto.

E magari il popolo accoglierà – come successore di Conte – il governo tecnico di un liquidatore come Draghi o Colao, con l’appoggio delle sedicenti opposizioni per spacciare questa gente come i salvatori della patria.

Ecco perché il falso amico è più pericoloso del vero nemico, perché almeno i nemici sono coerenti e non ti prendono in giro. Il gatekeeper impedisce che vere opposizioni trovino posto negli scranni del parlamento.