Mario Monti distruttore dell’Italia (la profezia del 2011)

Nella puntata del 17 novembre 2011 di Piazzapulita, con Mario Monti appena arrivato a Palazzo Chigi, il conduttore Formigli manda in onda – negli ultimi 10 minuti della trasmissione (lunga 3 ore) – un servizio sulle “teorie del complotto su Monti”.

Ecco la trascrizione della parte principale del servizio “il complotto della grande finanza“, dove si commentava questo articolo. Cominciamo!


GIORNALISTA – (…) Mentre quasi tutti i giornali applaudono l’arrivo di Mario Monti (NDR – da brave presstitutes), se si naviga su questi blog lo scenario all’orizzonte sembra davvero inquietante: “Mario Monti distruttore dell’Italia

ANDREW – La situazione italiana adesso è la stessa che abbiamo visto nel 92. Cioè stiamo per vedere una seconda fase di quello iniziò sul Britannia, sul panfilo reale inglese degli anni 90

GIORNALISTA – Già il panfilo della regina Elisabetta, uno yatch lussuosissimo dove i protagonisti della finanza, dell’impresa e della politica si riunirono per mettere appunto l’uscita dalla crisi dell’Italia (NDR – ma è seria?) all’inizio degli anni 90. Andrew Spannaus – blogger economico americano – parte proprio da lì.

ANDREW – L’Italia dopo tangentopoli fu messa alle strette, ci fu la svalutazione della lira e poi si decise di privatizzare tutte le aziende pubbliche italiane, e venderle (svenderle) all’estero.

GIORNALISTA: chi furono i complici di questa svendita?

ANDREW – Ci furono, per esempio, Mario Draghi sul quel panfilo.

GIORNALISTA – C’era Mario Monti?

ANDREW – Questo non lo so, se c’era Mario Monti.

Se noi vediamo il suo curriculum sul sito della Bocconi (quello ufficiale), quindi quando noi diciamo che è membro della “International Advisory (consigliere) della Goldman Sachs” è perché ce l’ha detto lui.

È presidente europeo della Trilateral Commission (NDR – è stato sostituito da Trichet)

FONTE: sito della Commissione Trilaterale

Giornalista – cos’è la Trilateral?

Andrew – Un gruppo di persone che nelle élite fra l’Europa, Stati Uniti e Giappone fondato da David Rockefeller – banchiere americano – che vogliono decidere le sorti del mondo. Loro decidono la linea, vanno dai governi e dicono “fate così”.

Tremonti, da ministro dell’economia, ha fatto molte resistenze contro i piani della finanza internazionale, infatti l’Italia non ha salvato le banche.

Il problema è che le grandi banche d’affari hanno un portavoce, dei portavoce che sono spesso i politici e soprattutto i banchieri centrali che vogliono mantenere in vita un sistema.

Questi qui hanno deciso di cercare a fare soldi con l’Italia, di provarci con l’Italia.

Se guardiamo le dichiarazioni pubbliche delle agenzie di rating, della BCE, dell’Unione Europea, questi signori stanno utilizzando la crisi, l’attacco al debito italiano, come modo di imporre la loro agenda.

La loro agenda è che l’Italia deve liberalizzare, privatizzare, svendere e tassare la gente. La gente deve pagare di più per tenere in vita questi qua.

Un anno dopo il “salvataggio” la Grecia aveva fatto -7.5% di PIL, quindi le ricette della BCE non funzionano, non funzionano assolutamente! Sono strumentali a salvare le banche tedesche, francesi che poi devono ripagare i debiti alle banche americane.

FONTE: Istat Rapporto annuale 2013 (Capitolo 1) -pag 5

Io penso che bisogna uscire dalla BCE e dall’euro. Noi dobbiamo come prima cosa separare le banche, cioè dividere la parte delle banche ordinaria – la banca locale dove hai il conto corrente, ti dà il mutuo, il prestito all’impresa – dalla banca che fa parte della bisca mondiale (lì ci sono gli squali).

Per me è molto importante non pensare che ci sia una cospirazione segreta, per rovinare l’Italia o altri paesi. C’è una cospirazione pubblica, queste persone dicono molto chiaramente cos’è la loro politica.

La loro politica è distruggere la sovranità nazionale. E lo abbiamo visto, la Grecia (Papandreou) ha minacciato di fare un referendum, il giorno dopo via. Dov’è la democrazia?


ANALISI CON IL SENNO DI POI

Dopo oltre otto anni dalla messa in onda da questo servizio, appare evidente quanto Andrew ci avesse visto lungo.

Chiamare Monti “distruttore dell’Italia” è stato profetico, lo stesso Monti nel maggio 2012 aveva dichiarato alla TV americana CNN “Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna, attraverso il consolidamento fiscale“.

Il video lo conosciamo tutti.

https://youtu.be/LyAcSGuC5zc

E questa “impresa” di distruzione della domanda interna, è stata confermata nel novembre 2012 dall’OCSE, nel suo Economic Outlook N°92

« While these actions have been able to avert downside tail risks so far, Italy entered its second severe recession in three years. Fiscal consolidation of nearly 3% of GDP this year weakened domestic demand, and private consumption has been falling at the steepest rate since the Second World War. Business confidence is low. The economic slowdown has put pressure on the financial sector: non-performing loans (NPL) are high and rising, liquidity conditions are tight and lending standards have become stricter. »

FONTE: OCSE – Economic Outlook novembre 2012 – (pag 97)

Il passaggio chiave è quello in grassetto:

« Il consolidamento fiscale (NDR – austerity) di quasi il 3% del PIL quest’anno ha indebolito la domanda interna e i consumi privati sono diminuiti al tasso più ripido dalla seconda guerra mondiale (…) »

Per dare una quantificazione, in termini numerici, del crollo della domanda interna, guardiamo i dati ISTAT, segue tabella presa dal rapporto annuale sul 2014.

FONTE: ISTAT – Rapporto annuale sul 2014 (pag 393)

Notare come il crollo nel 2012 della domanda interna (-4,2%) sia addirittura superiore a quello del 2009 (-3,0%) l’anno all’indomani del fallimento della Lehman Brothers.

Ma le lacrime e sangue di Monti sono servite a rendere più appetibili i prodotti italiani all’estero, visto che con l’euro non un sigolo stato non può – per definizione – svalutare la moneta.

Infatti alla voce “domanda estera netta” compare un +2,8%. Per altri dettagli sulla crisi del 2011-12 ne ho già parlato in questo articolo.

Quanto al “salvataggio” delle banche francesi e tedeschi persino il Sole 24 Ore si accorge, in un articolo del 2015, che (cito testualmente)

« Sembrano lontani i tempi in cui le folle sventolavano in piazza cartelli per protestare contro il salvataggio degli istituti di credito con soldi pubblici. Le rimostranze, tra il 2008 e il 2010, erano all’ordine del giorno. Ma in Europa (o meglio, nel Sud Europa) le folle avrebbero dovuto far sentire la propria voce soprattutto dopo il 2010. Perché – calcoli alla mano – mentre gli Stati sostenevano la Grecia, dietro le quinte avveniva qualcosa di ben più clamoroso: i contribuenti europei salvavano le banche di Francia e Germania molto più che il popolo greco.

Nel dicembre 2009, prima della crisi greca, si nota una forte presenza degli istituti di credito di Francia e Germania sul territorio ellenico, con un’esposizione rispettivamente pari a 78,8 e 45 miliardi di dollari. Invece le banche italiane avevano in Grecia solo 6,8 miliardi e quelle spagnole 1,21 miliardi, così che un eventuale crack greco non le avrebbero danneggiate troppo.

Nel 2014 la situazione si capovolge e, per il salvataggio di Atene, i soldi stanziati sono principalmente pubblici. Lo Stato tedesco ha ridotto notevolmente l’esposizione bancaria (13 miliardi di dollari), aumentando decisamente quella pubblica (61,7 miliardi di euro), così come lo Stato francese, esposto per 46,5 miliardi di euro. L’Italia, infine, ha aumentato la sua esposizione del 510%: dai 6,86 miliardi delle banche nel 2009, ai circa 42 miliardi attuali, quasi esclusivamente pubblici. »

Sempre nel 2015 anche Massimo D’Alema fece dichiarazioni simili in una – divenuta virale – intervista sulla RAI

« Le faccio un esempio, per capire che cosa succede: moneta unica ma differenti livelli di competitività e di forza economica.

In Germania il costo del denaro è bassissimo, anzi addirittura l’interesse è negativo. Quindi le banche tedesche raccolgono denaro dai risparmiatori tedeschi – che per loro ha un costo bassissimo (quasi nullo) – comprano i titoli della Grecia, la Grecia paga il 15 per cento di tassi di interesse (che è un paese a rischio) e guadagnano una montagna di soldi.

Quindi cosa accade: che da un paese povero come la Grecia, enormi risorse si trasferiscono verso un paese ricco come la Germania, attraverso la differenza dei tassi d’interesse.

E il paese povero si impoverisce sempre di più, un paese ricco si avvantaggia sempre di più. Quando il paese povero non è più in grado di pagare i debiti arrivano gli aiuti europei.

Noi abbiamo dato alla grecia a 250 miliardi di euro ma non per le pensioni dei greci, ma per pagare gli interessi alle banche tedesche, francesi e (molto parzialmente) italiane.

220 miliardi dei 250 miliardi di aiuti, sono andati direttamente alle banche tedesche, francesi e italiane, i prestatori interessi. Quindi in realtà quando si dice “noi paghiamo le pensioni dei greci”

NO! Noi paghiamo le banche tedesche (ride), questa è la verità!

Certo è un giro diciamo, questo denaro fa un giro ma i greci non ne sentono neanche l’odore (…) questo meccanismo non può reggere a lungo, non regge »

Insomma se non fosse per l’informazione in rete staremo tutti a ripetere falsità come “Monti ha salvato il paese”. E non a caso oggi la rete è costantemente sotto attacco. Proteggiamola!