Strategia segreta Italexit: 10 motivi per cui non è attuabile

Durante il primo governo Conte, sostenuto da Lega e MoVimento 5 Stelle, era opinione diffusa che i gialloverdi avessero una strategia segreta per l’Italexit.

Vediamo 10 ragioni per cui questa sedicente strategia non potrà mai funzionare. Tratto da questo mio video dell’8 maggio 2019

https://youtu.be/kFQnE-UKMrA

#1 – IL CONSENSO POPOLARE

Se hai deciso di non parlare più di euro e UE, non otterrai il consenso necessario all’uscita, vista la costante disinfomazione di politici e mass media.

Inoltre far credere che ci sia una strategia segreta, mentre stai portando avanti le stesse politiche di austerity significa costringere i cittadini ad un “atto di fede” quando in realtà li stai prendendo per il sedere.

#2 – IL PILOTA AUTOMATICO

Dentro la moneta unica ci sono ben pochi margini di manovra, andare al governo “tanto per governare” comporterà soltanto una disattivazione del dissenso mentre si continuerà a portare avanti l’agenda di Bruxelles.

Infatti 2018 e 2019 si sono chiusi con l’ennesima manovra in avanzo primario (colonna verde).

#3 – I PROBLEMI DI ECONOMIA REALE

20 anni di moneta unica hanno massacrato l’italia e gli italiani, continuare su questa linea quindi significa rendersi complici dello sfascio del paese.

FONTE: Trasmissione di La7 – 25 aprile 2014

Era lo stesso Salvini a dire “io non voglio essere responsabile di un suicidio”, poi se evidentemente se l’è dimenticato.

Oltre alla moneta, noi in questi vent’anni abbiamo perso produzione reale a causa di fallimenti, delocalizzazioni, concorrenza straniera ecc… Più si rimane nell’euro più questo trend aumenterà.

#4 – L’EURO NON STA FALLENDO

Una moneta non può fallire, gli interventi a sostegno che può fare una Banca Centrale sono illimitati. I disastri causati dall’euro non sono il suo fallimento semmai il suo successo. Era lo stesso Monti a dire che il più grande successo dell’euro era… la Grecia!

C’è chi aspetta l’uscita dalla Germania dalla moneta unica, che per il decimo anno consecutivo è la nazione che esporta di più al mondo.

Pensare che la Germania ritorni ad un Marco rivalutato è come pensare che Rocco Siffredi si possa amputare la minchia.

FONTE: Sole 24 Ore

La stessa austerità imposta dall’UE è un mezzo per imporre le cessioni di sovranità, non è il fine ultimo. Quindi nemmeno “leuropa” sta segando il ramo su cui è seduta.

L’austerità è il mezzo per imporre le cessioni di sovranità, ricordate lo storico discorso di Mario Monti?

#5 – TRUMP NON CI SALVERÀ

Solo gli italiani devono essere gli artefici del loro destino. Accordi internazionali dovranno certo essere fatti, ma nessun principe azzurro arriverà a salvare l’Italia dal drago europeo.

Nel frattempo Trump ha messo i dazi su alcuni prodotti italiani…

#6 – I RISULTATI DI TSIPRAS

Dentro l’euro noi abbiamo un bazooka puntato alla testa, se questo non lo spieghi alla gente poi, a banche chiuse, questi se la prenderanno col loro governo non con la BCE.

FONTE: goofynomics

Fermo restando che Tsipras era e resta un traditore del popolo greco, nel 2015 lo stesso Alberto Bagnai lo prendeva pesantemente per i fondelli…

#7 – INEVITABILE LO SCONTRO COI “MERCATI”

Secondo gli “astrateghi” evitare di parlare di euro exit placherebbe i mercati, ma l’esperienza ci suggerisce che questi ti attaccano in ogni caso.

Si veda, per esempio, il terrorismo sullo spread durante il governo gialloverde.

FONTE: borsaitaliana.it – Andamento spread BTP-Bund ultimi 3 anni

Ridicolo pensare che qualcuno non ci metta i bastoni fra le ruote prima, durante e dopo la procedura di uscita. Se non lo spieghi ai cittadini loro se la prenderanno col governo, vedi appunto il caso della Grecia.

#8 – LO HA DETTO PURE MATTARELLA

Ricordate il NO a Savona del presidente della Repubblica? Al netto di come lui la pensi sull’euro, il motivo era oggettivo: se volete uscire dall’euro dovete spiegarlo agli elettori.

FONTE: Quirinale 27 maggio 2018 – dal minuto 6:40

« Quella dell’adesione all’euro è una scelta di importanza fondamentale per le prospettive del nostro paese e dei nostri giovani; se si vuole discuterne lo si deve fare apertamente e con un serio approfondimento, anche perché si tratta di un tema che non è stato in primo piano durante la recente campagna elettorale. »

#9 – IL DOGMA DEL LIBERISMO

In un annetto di governo gialloverde non abbiamo visto neache l’ombra di una nazionalizzazione (nemmeno Autostrade) né politiche per salvaguardare i settori strategici della nostra industria (es Ilva).

Non si è fatta nemmeno la banca pubblica degli investimenti, nonostante sia una delle poche concessioni dei trattati europei (art 123 TFUE comma 2)

#10 – LA RIFORMA DEI TRATTATI

Cosa bisogna fare per cambiare le regole europee? Dal parlamento europeo non si può fare nulla, visto che questo non ha nemmeno l’iniziativa legislativa ordinaria, figuriamoci quella straordinaria per modificare i trattati.

Questo compito spetta al Consiglio Europeo cioè alla riunione dei 28 capi di stato (27 dopo la Brexit) che all’unaminità decidono le modifiche da portare avanti ed entrano in vigore dopo che tutti i parlamenti nazionali le hanno ratificate. I dettagli nell’articolo 48 del TUE.

CONSIDERAZIONI CON IL SENNO DI POI

Il video qui sotto è stato pubblicato il 16 dicembre 2018, in tempi quindi assolutamente non sospetti.

Dal minuto 21:16 fino alla fine

Le critiche a Conte, fatte dall’avv Mori, si basavano proprio sulle decisioni prese al Consiglio europeo, ma i tifosi grillini e leghisti dicevano che fosse una astrateggia.

Epilogo: oggi si accusa Conte di tradimento. Nella foto seguente un piccolo dizionario (semiserio) sull’operato del governo gialloverde.

FONTE: Twitter – 23 maggio 2019

Negli ultimi trent’anni i politici ci hanno sempre detto in faccia quello che vogliono fare, complice l’ignoranza del popolo in macroeconomia e in diritto europeo.

Oggi la Lega tornata all’opposizione torna ad usare parole forti contro l’UE ma sempre nell’ottica di “cambiarla dall’interno”.

Quando un giorno la Lega verrà accusata di tradimento (come oggi con Conte e il M5S) si giustificheranno dicendo di aver sempre detto di non voler uscire da niente.

Non esistono vere opposizioni in parlamento, diffidate dagli “altroeuropeisti”.