Il 12 febbraio 2019 Giuseppe Conte, allora premier del governo gialloverde, fece un discorso al parlamento europeo di Strasburgo. I media però hanno preferito riportare la risposta a quel discorso del belga Verhofstadt, dove lo definì “burattino di Salvini e di Di Maio“.
Ad un anno di distanza, questo discorso di Giuseppe Conte rimane ancora poco conosciuto, nonostante la gravità delle sue dichiarazioni. Ecco l’estratto in questione
« Siamo – dovremmo essere – innanzitutto un popolo, il popolo europeo. Il progressivo avanzamento nel percorso di integrazione ci ha reso realmente popolo, comunità di destino, al di là di ogni finctio giuridica? (…) Abbiamo sempre più integrato i nostri sistemi economici, i nostri modelli educativi, le nostre legislazioni sociali, cedendo spazi di sovranità e trasferendo competenze via via sempre più importanti dagli Stati all’Unione. »
Un Presidente del Consiglio in carica – l’anno scorso sostenuto da Lega e M5S, oggi con PD e M5S – ammetteva con assoluta “nonchalance” che l’Italia e gli altri stati membri hanno ceduto sovranità all’Unione Europea, come se fosse la cosa più normale del mondo…
L’articolo 11 della Costituzione dice chiaramente che sono ammesse soltanto le “limitazioni di sovranità” e solo in condizioni di reciprocità, Giuseppi dunque ha fatto un discorso eversivo.
Se si ascolta tutto il discorso, Conte dichiara di voler proseguire in questa direzione con il completamento dell’UEM (unione economica e monetaria), come prevedeva il contratto di governo al punto 29.
STRATEGIA O DISATTIVAZIONE DEL DISSENSO?
Riascoltando queste parole dopo un anno, possiamo dire che Giuseppi ha sempre lavorato contro l’Italia con la complicità della vecchia maggioranza, dunque non c’era nessuna intenzione combattere Bruxelles.
Gli stessi che lo scorso anno elogiavano “l’avvocato del popolo”, che provavano a giustificarlo dicendo che si stava facendo amico il carceriere, che in realtà c’era dietro una strategia segreta…
Beh, oggi quelle stesse persone lo chiamano traditore.
Negli ultimi 30 anni i politici, di tutte le fazioni, ci hanno detto sempre in faccia quello che volevano fare, nessuna eccezione. Quindi diffidare sempre delle dichiarazioni di facciata in TV o sui social, ma di leggere e analizzare gli atti ufficiali.
Oggi possiamo affermare con certezza che i vecchi “gialloverdi” hanno solo preso il dissenso e lo hanno disattivato, mentre si proseguiva nella direzione di ulteriori cessioni di sovranità.
Quanto al MoVimento 5 Stelle è vero che loro sono arrivati in parlamento dopo che, i vecchi partiti, avevano già ceduto sovranità all’UE.
I vecchi partiti vanno processati per le cessioni di sovranità già compiute, ma il codice penale punisce anche chi omette di riscattare la sovranità (articolo 40 CP secondo comma)
« Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo »
CAUSE IN CORSO CONTRO LE CESSIONI DI SOVRANITÀ
Nonostante l’Italia conti più di 200.000 avvocati, sono pochissimi coloro che si battono per far dichiarare l’incostituzionalità delle leggi di ratifica dei trattati europei.
Uno di questi è l’amico Marco Mori da anni impegnato in questa battaglia. Avevamo già commentato insieme quel discorso di Conte durante la campagna elettorale delle europee 2019
Il 13 ottobre 2020 ci sarà una nuova udienza a tal proposito, che vede fra gli imputati anche il presidente del consiglio. L’avvocatura dello Stato finora si è difesa dicendo – in estrema sintesi – che l’adesione dell’Italia ai trattati europei è perfettamente legittima.
Se il PdC in carica, cioè colui che stanno difendendo, ammette candidamente le cessioni già compiute, forse bisognerebbe togliersi il prosciutto dagli occhi e andare in Corte Costituzionale…
I PRECEDENTI STORICI
Non è la prima volta che un Presidente del Consiglio ammette le cessioni di sovranità: lo avevano già fatto Romano Prodi nel 1998 durante la lezione universitaria “l’età dell’euro“, e Giuliano Amato nel 2012 quando era il conduttore di un programma RAI chiamato “lezioni dalla crisi“.
Tuttavia Amato, che fu PdC durante la ratifica del trattato di Maastricht, oggi ricopre proprio il ruolo di giudice della Corte Contituzionale.
QUALI ASPETTATIVE?
Se la via politica per l’italexit – cioè di una coalizione realmente “sovranista” che vinca le elezioni – appare quasi impossibile alle condizioni attuali, non ci dobbiamo fare troppe illusioni nemmeno con la via giudiziaria.
Persone come Amato sono state messe proprio a guardia del sistema vigente, inoltre nella storia nessun regime è mai stato processato prima della sua caduta.
Confessioni come quelle di Prodi, Amato e in ultimo Giuseppe Conte ci confermano che sia la vecchia che la nuova classe politica lavorava e continua a lavorare contro l’Italia e gli italiani.
Ad un anno di distanza possiamo affermare che la lezione sia: mai abbassare la guardia e mai fidarsi di “strategie occulte”.
Attenzione nei prossimi anni, quando arriveranno sul piatto nuove, e probabilmente definitive, cessioni di sovranità.
Quindi occhi bene aperti sui documenti ufficiali, in particolare quelli del Consiglio Europeo.