Il grande risveglio, messaggio per il 2021

Chi vi scrive non è superstizioso, ma un proverbio recita “anno bisesto anno funesto“. Guardando indietro, sembra che diversi anni bisestili hanno portato molto male al nostro Paese, vediamone alcuni.

Il 1992 fu anno della firma di Maastricht, di tangentopoli, delle stragi di mafia, della crisi dello SME che portò quasi tutta europa in recessione l’anno successivo (Italia, Francia, Germania, Spagna).

Nel 1996 invece ci fu primo governo Prodi, uno dei più accaniti sostenitori dell’Unione europea e dell’euro. A lui dobbiamo il rientro nello SME il 25 novembre 1996: da qui il surplus commerciale dell’Italia, cumulato negli anni passati, comincia ad erodersi progressivamente.

Nel 2008 l’euro è ormai nelle nostre tasche da qualche anno, ma una terribile crisi finanziaria proveniente dall’america porta l’Italia in recessione, che continuò in maniera più marcata anche nell’anno successivo.

Il 2012 è stato l’anno del governo Monti, salito al potere dopo il colpo di stato finanziario del novembre 2011. Monti fu uno dei più spietati esecutori delle politiche di austerity, che ha scientemente distrutto la domanda interna allo scopo di riequilibrare bilancia commerciale, disastrata da una moneta troppo forte per la nostra economia.

Nel 2012 l’unica area depressa del mondo fu proprio l’eurozona, mentre gli altri Paesi si erano ripresi dalla crisi cominciata negli USA.

2020: UN ANNO COME NESSUN ALTRO

A questa speciale lista bisogna aggiungere il 2020, non solo per quanto riguarda l’economia ma anche la società e il nostro modo di vivere. Difficile sintetizzare un anno così straordinario come il 2020, cominciamo dal discorso economico.

Dicevamo della recessione dell’eurozona: nel 2012 l’Italia fece -3% di PIL che proseguì nel 2013 (-1,8%). A fine 2019 avevamo a malapena recuperato i valori del 2011 mentre quelli del 2007 sono rimasti lontanissimi.

FONTE: ISTAT – Conti economici nazionali

Una recessione che dura più di dieci anni non si è mai vista nelle storia dell’Italia unita, nemmeno sotto le bombe (non è una battuta).

Infatti, i valori di PIL reale del 1913, antecedenti alla prima guerra mondiale vennero recuperati nel 1923, mentre quelli del 1939, antecedenti alla seconda guerra mondiale, furono recuperati nel 1949.

FONTE: serie storiche ISTAT

Per ulteriori dettagli rimando a questo articolo del 31 ottobre 2020.

Chiusa parentesi, ad una crisi mai superata, nel 2020 se n’è aggiunta un’altra: quella della gestione del coronavirus.

IL COLPO DI GRAZIA ALLA NOSTRA ECONOMIA

Le previsioni del PIL per il 2020 vanno dal più ottimistico (-9,1%) dell’OCSE al più pessimistico (-10,6%) del FMI.

FONTE: Banca d’Italia – economia italiana in breve (dicembre 2020)

Quella del covid è la crisi più profonda in tempo di pace, che rischia di piazzarsi al 4° o 3° posto nella classifica assoluta dal 1861 ad oggi, comprendendo quindi anche gli anni della guerra.

In attesa di avere il dato definitivo sul 2020, diamo un’occhiata ai primi tre trimestri dell’anno.

Con quel -18% nel secondo trimestre si batte ampiamente qualsiasi record negativo del passato recente e non è ancora finita!

LA GESTIONE POLITICA DEL COVID

Tale risultato è stato possibile mediante una misura che non ha precedenti nella storia dell’umanità: il lockdown.

Con questa misura restrittiva è stata giustificata per due principali motivi: “lo fa la Cina” e lo stato di impreparazione della nostra sanità ad uno shock di domanda.

Sui risultati economici ne abbiamo già discusso, ora vediamo se c’è una correlazione con vite salvate.

FONTE: rapporto ISS-ISTAT (pag 7)

Pare proprio di no: la curva dei decessi continua a salire dopo il lockdown di marzo e continua e scendere anche dopo la fine del lockdown a maggio.

I dati di dicembre sono ancora provvisori, ma la discesa dei morti sta continuando, lo potete vedere smanettando su Our World in Data.

FONTE: Our World in data – morti per milione di abitanti, media mobile 7 giorni

E giacché fare comparazioni con altri Paesi del mondo per vedere l’efficacia delle misure.

Per eliminare le differenze fra le diverse popolazioni degli Stati, si esprimono i morti per milione di abitanti, vediamo i Paesi di prima ma con il valore cumulativo dei decessi.

FONTE: Our World in data – morti per milione di abitanti, valori cumulativi

I Paesi “responsabili” come Italia e Argentina (quest’ultima detiene il record mondiale di lockdown) hanno avuto più morti di Brasile e Svezia che i media ci dipingono come “irresponsabili“.

I PIENI POTERI A CONTE

Il 31 gennio 2020 viene proclamato lo stato di emergenza sanitario, mentre un mesetto più tardi il governo si “autodelega” ad operare con atti amministrativi per la gestione dell’emergenza.

Chi dato i “pieni poteri” a Conte, per poi metterci agli arresti domiciliari? Basta vedere i nomi della legge di conversione del decreto legge 23 febbraio 2020 n°6 che all’articolo 3 comma 1 diceva:

ART 3 – Attuazione delle misure di contenimento

1. Le misure di cui agli articoli 1 e 2 sono adottate, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell’interno, il Ministro della difesa, il Ministro dell’economia e delle finanze e gli altri Ministri compe-tenti per materia, nonché i Presidenti delle regioni competenti, nel caso in cui riguardino esclusivamente una sola regione o alcune specifiche regioni, ovvero il Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, nel caso in cui riguardino il territorio nazionale.

Il DL è stato convertito alla camera il 26 febbraio mentre al senato il 4 marzo.

Alla camera si sono opposti solo Sara Cunial e Vittorio Sgarbi mentre al senato si sono astenuti Emma Bonino, Carlo Martelli e altri tre “autonomisti”. Tutti gli altri presenti hanno votato a favore in entrambe le camere.

Dopo questo episodio le “oppofinzioni” si sono più o meno svegliate. L’intera “cronologia” delle misure – alcune in vigore altre sostituite – si trova sul sito del governo.

A luglio il giudice di pace di Frosinone ha espresso una sentenza dove dichiarava la totale illegittimità delle misure adottate, concetti ribaditi a dicembre pure da un’ordinanza del tribunale di Roma.

I TAGLI ALLA SANITÀ

Dicevamo dello stato di impreparazione della sanità, che viene fuori da un decennio di tagli nel nome dei “conti in ordine“, il risultato è stato la riduzione dei posti letto, del personale medico e delle adeguate coperture finanziarie.

Dal rapporto della fondazione gimbe a pag 5 leggiamo:

La crisi di sostenibilità del SSN coincide con un prolungato periodo di grave crisi economica durante il quale la curva del finanziamento pubblico si è progressivamente appiattita (figura1), in conseguenza di scelte politiche (box1) che negli ultimi dieci anni hanno determinato una rilevante contrazione della spesa sanitaria. Nel decennio 2010-2019, il finanziamento pubblico del SSN è aumentato complessivamente di € 8,8 miliardi (figura 1), crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua pari a 1,07% (figura 2). In altre parole, l’incremento del FSN nell’ultimo decennio non è stato neppure sufficiente a mantenere il potere di acquisto

Con buona pace di chi fa finta di non conoscere la differenza fra valori nominali e reali (cioè al netto dell’inflazione).

FONTE: infografica del corriere della sera

Per quanto riguarda la mancata spesa pubblica, la stima è di 37 miliardi sottratti al SSN, sempre nel periodo 2010-2019. Si tratta di una infografica che ha girato molto sui social.

IL REGIME DEL TERRORE

Cosa sia il covid è ormai chiaro da molti mesi: un virus che colpisce chi è particolarmente avanti con gli anni, infatti l’età media dei morti è 80 anni.

Oltre all’età avanzata, dicevamo, il deceduto aveva già almeno una patologia pregressa, circa nel 97% dei casi.

Si tratta di informazioni messe a disposizione dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), consultabili da chiunque sul loro sito.

Non siamo quindi di fronte ad un’epidemia come la peste, tuttavia il bombardamento mediatico e la spropozionalità delle misure adottate hanno generato un costante clima di terrore e paura fra la popolazione.

UNA IPOCRISIA SENZA PRECEDENTI

L’aspetto più incredibile di tutta questa vicenda è quello ipocrita, sia della classe politica che dei cittadini.

Gli stessi politici che per anni se ne sono fregati delle cause di morte e della salute dei cittadini, ora all’improvviso hanno cuore la vita e il benessere degli italiani!

FONTE: pagina Facebook di Zingaretti

Ma non prima di aver fatto i “negazionisti” a gennaio e febbraio: memorabili gli “aperitivi contro la paura”, Milano non si ferma” e gli “abbraccia un cinese”.

Dei tagli alla sanità ne abbiamo già parlato prima, mentre delle cause di morte in questo articolo che riassumo brevemente: in Italia si muore principalmente per malattie all’apparato circolatorio e tumori che, messi assieme, costituiscono circa 2/3 delle morti totali.

Dei morti di infarti e tumori non è mai fregato nulla a nessuno, evidentemente esiste una serie A e serie B dei morti.

Il 2020 ha confermato per l’ennesima volta che la maggior parte delle persone pensa quello che i grandi media dicono loro di pensare: il risultato è stato una grande isteria di massa.

Oltre alla loro illegittimità costituzionale, è altrettanto discutibile l’efficacia delle misure adottate per affrontare l’emergenza (dicevamo prima del lockdown). Ma chi le critica, assieme all’intera gestione dell’emergenza, è stato etichettato come “negazionista“.

Quale sono le pene da attribuire a tali eretici? Ovviamente la soppressione di altri diritti costituzionalmente garantiti, come ad esempio l’accesso alle cure e la libertà di espressione.

Insomma nonostante appare evidente che queste “misure” stiano facendo più danno di quanto ne riescano a prevenire, la maggior parte della gente continua a dormire.

Pensiamo anche alla salute psicologica: uno stato di costante terrore indebolisce le difese immunitarie, mai si era visto uno Stato esasperare il panico.

Pensiamo ai bambini, stiamo crescendo una generazione di ipocodriaci che avranno paura del contatto con l’altro per un virus la cui letalità, sotto i 50 anni, è statisticamente irrilevante (parliamo dell’1%).

Il punto quindi non è quello di negare l’esistenza del virus o dei morti ad esso correlati, bensì di puntare il dito contro chi sta strumentalizzando questo evento come pretesto a fini politici (dicevamo prima dei pieni poteri), per distruggere la nostra economia e imporre la definitiva soppressione di diritti costituzionali.

IL LATO POSITIVO DEL 2020

Ma tutto questo ha anche un piccolo lato positivo, perché grazie al covid il RE è stato finalmente messo a nudo.

La vera emergenza del Paese non è mai stata il fascismo o il razzismo, bensì quella economica e democratica.

Coloro che si fregiano del titolo di “democratici”, hanno dimostrato di essere i più feroci nemici della democrazia stessa.

L’inutilità e l’ipocrisia dell’Unione Europea è ormai sotto gli occhi di tutti, un mostro di usura e burocrazia buono solo ad imporre politiche economiche suicide.

Di fronte all’ennesima crisi, appare evidente la differenza tra un paese con piena sovranità monetaria ed uno costretto a mettersi in ginocchio di fronte ai mercati finanziari e alle organizzazioni sovrannazionali.

Altrettanto chiaro è l’infimo livello della nostra classe giornalistica: in larga maggioranza prezzolati trombettieri intenti a difendere un’unica narrazione, a costo di prostituirsi senza dignità.

https://youtu.be/fZPGQCKm-qU

Il dubbio, la critica, il confronto, la trasparenza sono il sale della democrazia. Quando si vuole elevare a “dogma infallibile” un determinato argomento, per esempio la scienza, la conseguenza non può che essere la perdità di fiducia verso le autorità.

Il progresso non segue automaticamente la linea temporale: il futuro che ci attende, già sperimentato con il lockdown, è pieno solitudine, sociopatia e frustrazione.

Ci si merita solo i diritti per cui si è disposti a lottare: a questa categoria NON appartiene quella parte della cittadinanza pronta a barattare le proprie libertà fondamentali per un’effimera promessa di salute.

Tante cose che davamo per scontate ora non lo sono più: come diceva Calamandrei, padre costituente: “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

IL MOMENTO DELL’ORGOGLIO

Merita un capitolo a sé lo scioglimento, come neve al sole, della maggior parte delle menzogne sull’economia raccontate, a reti unificate, da 30 anni a questa parte.

Si pensava che la paura di morire avrebbe trasformato gli atei in credenti, invece ha trasformato i neoliberisti in keynesiani.

Quante volte abbiamo sentito che il problema era l’enormità del debito pubblico e che se non avessimo fatto riforme lacrime e sangue sarebbe… esploso!

FONTE: profilo twitter di Alessandro Greco

Bene adesso che con la pandemia è “esploso” non è assolutamente un problema anzi, abbiamo scoperto che addirittura esiste un “debito buono“.

L’altra menzogna è quella sulla scarsità di denaro, ci avevano raccontato che nel nome di tale scarsezza fosse giusto chiudere gli ospedali, che non si potevano spendere soldi per via dell’evasione fiscale ecc ecc

E invece si poteva tranquillamente spendere anche senza “coperture” (bastava una banca centrale che facesse il suo lavoro), mentre i sacri vincoli di bilancio potevano essere soppressi in qualsiasi momento, ma evidentemente problemi come povertà e disoccupazione non erano un’emergenza.

Ora tutti noi che, negli ultimi 10-12 anni, si sono dedicati alla divulgazione dei temi macroeconomici (in contrastro alla narrazione mainstream) devono essere orgogliosi di sé.

Il primo rigraziamento va ai membri italiani della Modern Money Theory (MMT), cominciando da Paolo Barnard che nel 2011 pubblicò “il più grande crimine” e che organizzò il summit di Rimini nel febbraio 2012.

Fra i presenti di quell’evento c’era anche Stephanie Kelton che ha recentemente pubblicato il libro “il mito del deficit” tradotto anche in italiano, per spiegare che lo stato non è una famiglia e molto altro.

Questo era per citare nomi più o meno noti, ma ribadisco che il ringraziamento va a tutti i divulgatori liberi e indipendenti.

Colgo l’occasione di ringraziare i quasi 70.000 visitatori unici che hanno navigato su questo sito, una goccia nel mare del web, creato nel dicembre 2019 e che quindi ha compiuto il primo “compleanno”.

SCORDATEVI LA NORMALITÀ

FONTE: World Economic Forum

Ma purtroppo tutto questo rischia di essere una “vittoria di Pirro”, con il 2020 si è aperto un precedente pericolossimo: un esecutivo che nel nome di un’emergenza (di qualsiasi tipo) può, a sua dicrezione, sospendere la libertà fondamentali e trattare i cittadini come se fossero dei carcerati.

Stiamo quindi vivendo in piena “shock economy“, in cui dopo il problema (reale o percepito che sia) si scatena una reazione (crisi) e si offre una soluzione.

Arriviamo dunque al famigerato “Great Reset“, il nome con cui il world economic forum ha intitolato la sua ultima conferenza, con tanto di trailer sul loro canale ufficiale (ovviamente tempestato di dis-like)

Che cos’è il great reset? Era già in corso un cambio di paradigma economico iniziato dai primi anni 80, quello neoliberista, ma adesso con la pandemia si è voluto premere forte l’acceleratore.

Nel corso del 2020 i miliardari, in Italia come negli USA, hanno visto schizzare in alto i loro patrimoni: Bill Gates, Elon Musk, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg per citarne alcuni.

FONTE: infografica del corriere della sera

Mi sa che per “great reset” si intende un ritorno al feudalesimo, dove le multinazionali diventeranno i nuovi stati e la gente vivrà chiusa in casa impaurita dal nuovo regime.

Ma il world economic forum non è nuovo ad uscite del genere, qualche anno fa aveva pubblicato “lettera dal 2030“.

Welcome to the year 2030. I own nothing, have no privacy, and life has never been better

Benvenuti nell’anno 2030. Non possiedo nulla, non ho privacy e la vita non è mai stata migliore

Un futuro stile il “1984” di Orwell, insomma più che di covid-19 sarebbe più opportuno parlare di covid-1984.

GLI ANNIVERSARI DEL 2021

Se mondo sta andando verso una dittatura orwelliana, l’Italia viveva già una dittatura finanziaria.

Mi permetto di citare un paio di ricorrenze: i 30 anni dell’articolo “Italia quarta potenza” (16 maggio 1991) e i 10 anni del “fate presto” (10 novembre 2011).

Nel giro di 20 anni si è passati si è passati da essere la quarta potenza industriale del mondo (1991) ad essere fra i maiali d’Europa, cioè i PIIGS (2011). Ora a questo bisogna aggiungere anche la crisi del covid, dove l’Italia è stata fra i Paesi più duramente colpiti.

Quale sarà il titolone del 2021? Italia quarto mondo? Un tristissimo declino che sarà ricordato fra i più clamorosi della storia contemporanea.

Sempre nel 2021 il divorzio Banca d’Italia-Tesoro giunge al 40° anniversario, un mesetto fa ho fatto riemergere questo discorso di Ciampi datato 1981 in cui affermava:

Ormai da dieci anni, rescisso anche il legame indiretto all’oro attraverso la convertibilità del dollaro e la fissità dei cambi, la lira, come le altre monete, è divenuta un bene ancor più immateriale e astratto, garantito nel suo valore da null’altro che dalla forza dell’economia e dalla capacità del corpo sociale di organizzarsi e di governare.

Perché, a livello mondiale, ricorrono anche i 50 anni dalla fine degli accordi di Bretton Woods (15 agosto 1971): era appena nata la moneta moderna.

Dopo mezzo secolo sarebbe ora di usarne tutte le potenzialità, per impiegare tutta la forza lavoro disponibile a costruire la “città delle meraviglie” – come già diceva Keynes nel 1933 in “autarchia economica” – e liberarsi per sempre da una società che sembra “la parodia dell’incubo di un contabile“.

NON CI SONO PIÙ SCUSE

FONTE: TIME

Il 2021 sarà un anno fatto di lotte per riconquistare tutti quei diritti elementari che sino a fine 2019 davamo per scontati. Ora sono due le dittature da sconfiggere, quella finanziaria e quella sanitaria.

Questo lungo articolo era partito dagli eventi accaduti durante anni bisestili: non capire nulla nel 1992 (trattato di maastricht) purtroppo ci stava; aver continuato a dormire nel 2012 (governo Monti) invece è preoccupante.

Ostinarsi a non voler capire nulla dopo il 2020, pur con tutti i mezzi per informarsi senza il filtro del mainstream, non è più giustificabile in alcun modo.

Grande reset? Noi speriamo che il 2021 ci riservi il grande risveglio. Se non lo faremo le nuove generazioni ci odieranno e con un validissimo motivo.

Buon anno a tutti.