Le recessioni dall’unità d’Italia ad oggi: il 2020 come il 1945

Nella storia dell’Italia unita, dal 1861 ad oggi, quali sono state le crisi economiche più forti e come si colloca la recessione attuale, dovuta alle misure anti-covid?

Si tratta di una valutazione molto utile perchè permette di capire le dimensioni del problema e di quelle che dovrebbero, o potrebbero, essere le soluzioni.

L’ISTAT mette a disposizione una ricostruzione del PIL reale e relativi tassi di crescita/decrescita, fatta insieme alla Banca d’Italia, che parte dal 1861 per arrivare al 2017.

Potete scaricare il file zip da questo link, dunque aprire il file excel. I dati di questo articolo – inerenti le serie storiche – si trovano nella tabella numero 3.

RECESSIONI PER ORDINE DI ENTITÀ

In quasi 160 anni di storia dall’unità di Italia ad oggi abbiamo avuto 30 diversi anni in cui risulta una diminuzione del PIL reale, 2020 incluso.

Prima di tutto vediamo le recessioni in ordine crescente, da quelle meno forti alle più forti:

Il dato del 2020 è una stima del Fondo Monetario Internazionale, cioè il -10,64% diffusa nel suo ultimo “World Economic Outlook” di ottobre 2020.

Se questa stima fosse confermata, il 2020 sarebbe la terza peggior recessione di tutti i tempi, appena sopra quella del 1945 (-10,27%) che ci vide uscire distrutti dalla seconda guerra mondiale.

ANNOPIL Reale
(Variaz. %)
CAUSA
1944-19,352^ guerra mondiale
1943-15,212^ guerra mondiale
2020-10,64Crisi sanitaria Covid-19
1945-10,272^ guerra mondiale
1867-7,843^ guerra di indipendenza
1919-5,65Primo dopoguerra
ed epidemia di Spagnola
1942-5,492^ guerra mondiale
2009-5,48Crisi finanziaria globale
1914-5,421^ guerra mondiale
10°1930-4,69Crisi finanziaria globale

Senza dubbio stiamo vivendo quella più profonda in tempo di pace, battendo di gran lunga le crisi finanziarie globali del 2008 (il PIL del 2009 fu del -5,48%) dovuta al crollo della Lehman Brothers e a quella del 1929 (il PIL del 1930 fu -4,69%) immediatamente successiva al crollo di Wall Street.

RECESSIONI PER ORDINE TEMPORALE

Ora analizziamo ora le recessioni in ordine cronologico.

La prima recessione è datata 1867, pari al -7,84% a causa dei danni della terza guerra di indipendenza (e non solo). Nella seconda metà del XIX secolo l’Italia ha avuto in tutto 6 anni di recessione.

Nella prima metà del XX secolo si concentrano il maggior numero di anni di recessione: ben 17 anni sui 30 totali.

Nel 1919, oltre ai danni conseguenti la prima guerra mondiale, ci fu pure l’epidemia di Spagnola, come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in questo articolo.

Oltre alla già citata crisi del 29, nel ventennio va segnalata la crisi autoindotta di “Quota 90“, la massima espressione della “fase liberista” del fascismo.

Dopo la seconda guerra mondiale e prima della moneta unica, troviamo solo due recessioni: nel 1975 dovuta alle conseguenze del primo shock petrolifero che colpì in tutto il mondo, mentre nel 1993 ci fu una recessione a livello europeo dovuta alla crisi del sistema monetario europeo dell’anno passato.

Nel nuovo millennio abbiamo avuto, oltre alla recessione mondiale del 2008-2009 un ulteriore crollo del PIL che ha colpito alcuni Paesi dell’eurozona nel 2012-13.

E oggi a queste si aggiunge quella del coronavirus, quindi questa è la quinta recessione ai tempi dell’euro che ci doveva proteggere…

LA RIPRESA DALLE CRISI

Una volta incassato lo “shock”, la validità di un sistema economico si misura dalle capacità di reagire alle crisi economiche ma anche ad altri eventi catastrofici come le guerre.

Vediamo ora la “durata” di queste crisi, cioè quanto tempo passa affinché il PIL (in termini reali) recuperi i valori immediatamente precedenti ad una recessione.

Andiamo sempre in ordine cronologico: i valori antecedenti alla crollo del 1867 furono recuperati nel 1874.

I valori del 1913, l’anno che aveva preceduto la prima guerra mondiale, furono recuperati nel 1923.

La crisi autoindotta del 1927, dovuta alla rivalutazione della lira (Quota 90) fu recuperata l’anno seguente. La ripresa dalla grande depressione del 1929 ci fu nel 1937.

Nel 1945 il PIL tornò ai livelli del 1906-07, in questo caso i valori del 1939 – antecedenti allo scoppio della seconda guerra mondiale – furono ripresi nel 1949.

Nel 1946 il PIL rimbalzò del 34,88%, da quest’anno comincia il “trentennio glorioso” che verrà interrotto con il primo shock petrolifero che portò alla già citata recessione del 1975.

I valori pre-crsi del 1975 furono recuperati l’anno immediatamente successivo, idem quelli del 1993 dopo la crisi del sistema monetario europeo.

IL VENTENNIO DELL’EURO

Nella storia d’Italia prima della moneta unica, nessuna crisi economica o guerra devastatrice ha prodotto cadute del PIL che non siano state recuperate entro 10 anni.

Dentro l’euro è successa una cosa senza precedenti: a fine 2019, cioè oltre 10 anni dopo lo scoppio della crisi finanziaria globale, l’Italia non ha mai recuperato i valori pre-crisi, neppure lontanamente!

Infatti prima del coronavirus, si erano a malapena recuperati i valori del 2011 ma non quelli del 2007-08!

Del resto nel 2012 – come nel 1927 – ci eravamo autoindotti una recessione per difendere un cambio fisso, ieri con la “lira forte” oggi con l’eurone, ieri con una dittatura militare, oggi finanziaria…

Dati alla mano, il sistema euro ha fatto all’Italia più danni di una guerra, chi ancora oggi difende l’euro è il vero “negazionista”.

Il covid-19 ha dunque amplificato una crisi già esistente, non solo economica ma anche democratica, per fortuna sempre più italiani si stanno svegliando e stanno scendendo in piazza a protestare.