Referendum costituzionale: 10 motivi per bocciare il taglio dei parlamentari

Doveva svolgersi a fine marzo, ma a causa dell’emergenza del covid-19 il referendum è stato spostato in data 20-21 settembre 2020.

Si tratta di un referedum confermativo, i cittadini sono chiamati a decidere se approvare o meno la riforma costituzionale sulla riduzione del numero di parlametari, inerente gli articoli 56, 57 e 59 della Carta.

La riforma prevede la riduzione dei deputati da 615 a 400 e i senatori elettivi da 315 a 200, quindi da un totale di 945 parlamentari elettivi si scenderebbe a 600. I senatori a vita potranno essere al massimo cinque.

Ora un confronto fra il testo vigente e quello modificato.

L’argomento era già stato trattato approfonditamente in questo articolo all’inizio dell’anno, ma vale la pena fare un breve ripasso.

#1 – CON IL TAGLIO PEGGIORA LA RAPPRESENTANZA

Secondo i sostenitori del “SI” al referendum, il problema dell’Italia è che ha troppi parlamentari elettivi rispetto agli altri Paesi d’Europa.

FONTE: il blog delle stelle

Qui suona il primo campanello d’allarme. Se il problema è il numero dei parlamentari, cosa importa se sono elettivi o meno?

Infatti il Paese che ha più parlamentari in Europa è il Regno Unito (oltre 1.400), l’Italia è al secondo posto in valori assoluti.

Tuttavia il metodo di comparazione più corretto deve tenere conto della rappresentanza, cioè della proporzione fra parlamentari e numero di abitanti.

FONTE: Dipartimento per le Riforme costituzionali (dati aggiornati al 2018)

L’Italia come vedete ha solo 1,6 parlamentari ogni 100.000 abitanti è fra i peggiori d’Europa!

Con la riforma si scenderà a 1,0 parlamentari ogni 100.000 abitanti, diventando così i peggiori del continente assieme alla Germania.

#2 – CON IL TAGLIO UN COLPO DI GRAZIA ALLE MINORANZE

Passaggio dal proporzionale al maggioritario, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, listini bloccati e alte soglie di sbarramento: ecco come, dal 1994 ad oggi, la rappresentanza è stata distorta.

Con il taglio dei parlamentari si vuol completare questo disegno: se oggi occorrono un minimo di 63 mila elettori per eleggere un parlamentare, con il taglio ce ne vorranno almeno 100 mila.

Chi ci guadagna? Ovviamente i grandi partiti che in questo modo si blinderanno, rendendo impossibile il ricambio con nuovi partiti.

Ricordiamo che l’esclusione delle minoranze in parlamento è una caratteristica delle dittature, votare NO al referendum significa avere rispetto per i principi base della democrazia (oggi già ampiamente compromessa).

#3 – NESSUN VERO RISPARMIO PER I CITTADINI

I promotori del taglio dichiarano che con la riduzione si risparmieranno un miliardo ogni due legislature, cioè circa 100 milioni di euro all’anno.

Sono tanti o pochi? 100 milioni di euro su una popolazione di 60 milioni di abitanti significa un “risparmio” di 1,67€ all’anno per ogni cittadino.

E sapete quanto incidono 100 milioni nel bilancio dello Stato? Nel 2019 la spesa pubblica totale del nostro Paese ammontava a 870,7 miliardi di euro.

FONTE: Banca d’Italia – Rapporto annuale sul 2019 (pag 133)

Facciamo una semplice proporzione: è come dire che su uno stipendio o pensione di 870€ si risparmieranno 10 centesimi, dunque nemmeno l’elemosina.

Se il problema fossero i costi, basterebbe semplicemente una riduzione degli stipendi (come mero gesto simbolico).

#4 – MENO PARLAMENTARI? UN FAVORE AL POTERE ECONOMICO

Secondo voi per lobby, banche, multinazionali è più facile controllare 945 o 600 parlamentari?

Il grullino medio infatti non ci arriva a capire che con “meno gente da corrompere” il vero risparmio è per i corruttori.

Chi è convinto che oggi i politici eseguano ordini per conto di terzi, riducendone il numero sarà più semplice per questi poteri controllare il parlamento e approvare le leggi che vogliono loro.

I lobbisti dunque voteranno SI al referendum, voi da che parte state?

#5 – NELLA STORIA, CHI HA PROVATO A TAGLIARE I PARLAMENTARI?

Nella storia recente, chi ha provato a portare avanti simili riforme? Renzi nel 2016 e Berlusconi nel 2006, quindi parliamo di partiti e singoli esponenti che tutto hanno fatto fuorché l’interesse nazionale.

Inoltre il taglio dei parlamentari è sempre stato il sogno di Licio Gelli (loggia massonica P2), messo nero su bianco nel piano “Rinascita democratica”.

FONTE: Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 – (PAG 622)

Tuttavia il taglio della P2 prevedeva una riduzione a 700 parlamentari elettivi, dunque meno severa dell’attuale riforma voluta dal M5S che li porterebbe a 600.

Altro esempio storico: nel 1921, un anno prima della marcia su Roma, la camera dei deputati del regno d’Italia aveva 535 membri, numero confermato nelle elezioni del 1924 ma ridotto in quelle del 1929 a 400 (lo stesso numero di deputati che vorrebbe il m5s…)

Sotto un confronto fra la legge elettorale del 1924 (legge Acerbo) e la legge elettorale del 1929, riguardo il numero dei deputati e relativi articoli dell’epoca, mentre il senato del Regno d’Italia – ricordiamo – non era elettivo.

Votare NO al referendum significa impedire la deriva antidemocratica del Paese, del resto il governo – con la scusa del covid – le libertà costituzionali le già ha soppresse…

#6 – IMPEDIRE L’ENNESIMO SCEMPIO CONTRO LA COSTITUZIONE ORIGINALE

Il testo originale della Costituzione, agli articoli 56-57, prevedeva che il numero di deputati e senatori elettivi fosse in proporzione al numero di abitanti.

FONTE: Archivio Quirinale

Un deputato ogni 80.000 abitanti (o frazione superiore a 40.000) e un senatore ogni 200.000 abitanti (o frazione superiore a 100.000).

L’attuale numero di 630 deputati e 315 senatori elettivi è stato fissato con la legge costituzionale n°2 del 1963.

Perché i costituenti avevano fatto questa scelta? Al fine che tutte le minoranze potessero essere rappresentate in parlamento.

Se fosse ancora in vigore il testo originario, quanti sarebbero oggi i componenti delle due camere con una popolazione, al 1° gennaio 2020, di 60.244.639 di abitanti?

FONTE: ISTAT – Popolazione residente al 1° gennaio

Ce ne vorrebbero 753 deputati e 301 senatori totale 1054 elettivi, ovvero oltre 100 in più di quelli che abbiamo oggi.

Eh si perché negli ultimi 60 anni la popolazione italiana è cresciuta parecchio, però in pochi se lo ricordano…

#7 – STATI UNITI E GERMANIA NON SONO ESEMPI DA SEGUIRE

Oltre al numero di abitanti, quando si fa il confronto con altre nazioni bisogna tenere conto di quale sia la forma di governo, ovvero la ripartizione dei poteri fra gli organi costituzionali (Parlamento, Governo, capo dello Stato)

Capita spesso si sentire frasi come “eh ma guarda che Stati Uniti e Germania hanno meno parlamentari di noi”.

Gli USA, come da nome, sono 50 Stati federati che hanno già i loro parlamenti nazionali (con ampi poteri) e anche c’è l’elezione diretta del capo dello Stato come contrappeso al basso numero di parlamentari a livello centrale.

Anche la Germania, come gli USA, è un modello federale dove gli enti locali, in questo caso i lander (Baviera, Baden-Württemberg ecc…) hanno competenze superiori rispetto alle nostre regioni.

Angela Merkel e Donald Trump

Poi francamente, anche solo l’idea di considerare Germania e Stati Uniti come esempio di democrazia, fa crepare dal ridere, perché parliamo di Stati sotto il totale controllo del potere economico e finanziario.

Volete che l’Italia diventi per sempre una colonia?

#8 – CON IL TAGLIO AVREMO UNA CLASSE POLITICA ANCOR PIÙ SCADENTE

In molti lamentano la scarsa produttività o l’assenteismo dei parlamentari ma il taglio non migliora in alcun modo la qualità degli eletti, perché a decidere chi deve entrare sono le segreterie di partito!

Chi avrà la precedenza ad entrare? Verosimilmente chi darà la più fedele obbedienza al partito, anche se questo dovesse totalmente tradire il mandato elettorale: scordatevi quindi i parlamentari ribelli.

Inoltre con il sedicente “voto utile” si consoliderà, per sempre, il dannoso bipolarismo all’americana dove chiunque governi va avanti con il pilota automatico impostato su “massacro del Paese”.

Insomma, con una vittoria del “SI” al referendum si consolida per sempre una democrazia cosmetica, dove chi c’è dentro esegue solo ordini dall’esterno.

#9 – UN VOTO CONTRO L’ANTIPOLITICA

La rabbia del popolo contro una indegna classe politica è sacrosananata e giustificata, ma la soluzione si chiama ricambio.

Non è rendendo più difficile l’accesso al parlamento, fulcro della nostra democrazia, che la situazione del Paese migliorerà.

Chi pensa che riducendo i parlamentari stia punendo la casta, in realtà sta riducendo lo spazio del popolo nelle istituzioni.

Una riforma elitaria, demagogica ed eversiva dell’ordinamento, che finirà per rafforzare la tanto odiata casta per i motivi citati nel punto precedente.

#10 – MANDARE A QUEL PAESE I FALSI RIVOLUZIONARI

Il partito che più di tutti ha cavalcato l’antipolitica è quello che alla fine si è trasformato nel peggior partito di sistema.

Il movimento 5 stelle ha preso le istanze di cambiamento dei cittadini al fine di disattivarle (gatekeeping), passeranno alla storia come i peggiori traditori della volontà popolare.

Votare NO al referendum di settembre significa anche mandare a fare in culo il partito dei vaffanculo.