Quando Ciampi ammetteva la cessione di sovranità davanti a milioni di italiani

In un precedente articolo avevo trattato le confessioni dei padri dell’euro, parlando di Padoa-Schioppa, Amato, Prodi e D’Alema, ma in questa speciale lista mancava Ciampi.

Ricordiamo che Ciampi fu fra i protagonisti del divorzio Banca d’Italia-Tesoro, dell’inutile difesa della lira del 1992, delle privatizzazioni e del processo che ci ha portato nell’euro.

Fra i ruoli istituzionali che ha ricoperto Ciampi ricordiamo quello di governatore Banca d’Italia (1979-93), di Presidente del Consiglio (1993-94) e ministro del Tesoro dei governi Prodi I e D’Alema I (1996-99).

È stato presidente della Repubblica dal maggio 1999 al 2006, terminato il mandato diverrà senatore a vita fino alla sua morte nel settembre 2016. Ma è sulla carica di PdR che sarà incentrato questo articolo.

IL MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL 31 DICEMBRE 1999

Come da tradizione, il presidente della Repubblica a fine anno fa il suo discorso alla nazione a reti unificate, ascoltato da milioni di italiani.

Ecco un piccolo estratto del primo discorso tenuto da Ciampi il 31 dicembre 1999, sul sito del Quirinale potete trovare la trascrizione intergrale e il video.

« Con la creazione dell’Euro, la cessione da parte di undici Stati della sovranità di batter moneta a un’istituzione comune, sovranazionale, ha dato una forte accelerazione e una chiara, inarrestabile, spinta al processo di integrazione.

Fra due anni, 290 milioni di cittadini di undici Stati useranno le stesse monete, gli stessi biglietti di banca. Ci sentiremo tutti più europei. »

Un presidente della repubblica – colui che dovrebbe essere il garante della Costituzione – che parla esplicitamente di “cessione di sovranità” fa venire i brividi, ma non è finita qui.

IL MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL 31 DICEMBRE 2001

Ora facciamo un salto avanti di due anni, per ascoltare alcuni passaggi del discorso di fine 2001.

Anche in questo caso, il testo integrale è consultabile sul sito del Quirinale ed è disponibile anche il video.

« Quando ho cominciato a pensare a ciò che volevo dirvi, mi sono subito venuti alla mente due eventi, di natura e di significato opposti.

Uno sta per compiersi: fra poche ore, in dodici Paesi dell’Unione Europea, comincerà a circolare la stessa e unica moneta, l’euro.

Stiamo per dire addio alla lira, con nostalgia, nel ricordo soprattutto di quanto ha significato per l’unità d’Italia dalla sua nascita nel 1862, allorché sostituì le diverse monete che circolavano negli stati italiani pre-unitari. Fu uno strumento, un vincolo dell’unità d’Italia.

Ora nasce l’euro. È la prima volta nella storia che, per libera scelta, non per imposizione a seguito di conquiste territoriali o di eventi straordinari, un così numeroso gruppo di Paesi, nei quali vivono oltre 300 milioni di persone, si dà una moneta unica.

Al di là di ogni considerazione economica, è un grande segno di pace; è la prova concreta, definitiva, dell’impegno solenne assunto dai popoli europei di vivere insieme (…)

Coloro che ebbero la fortuna di sopravvivere – e non dimenticheremo mai i volti dei compagni caduti nella giovinezza – fecero nei loro cuori un giuramento: mai più guerre tra noi.

Nei nostri animi si accese una passione che non si è più spenta. È la passione che ha generato l’Unione Europea.

Alla base del suo successo sta il principio che ispirò la prima creazione comunitaria, la Comunità del Carbone e dell’Acciaio: mettere in comune, anziché spartire.

Allora furono messi in comune il carbone e l’acciaio: ora, con l’euro, la moneta. Si rinuncia a parti di sovranità nazionale, per acquisire insieme una nuova sovranità, la capacità di governare insieme il nostro destino comune.

Fatto l’euro, l’integrazione europea andrà avanti. Integrazione, a qual fine? Per contare di più. Le vicende che viviamo ci dicono che nel mondo c’è più bisogno d’Europa.

L’Europa unita è già oggi, ma deve diventare ancor più in avvenire, una grande forza di pace, per sé e per tutti i popoli.

Per esserlo, l’Unione Europea deve trasformarsi in un soggetto politico unitario. Deve poter parlare con una sola voce sui grandi problemi. Deve operare per la crescita di un sistema di istituzioni di governo mondiale. »

Queste parole ci fanno capire di come, prima della diffusione di massa di internet, i politici fossero molto diretti.

Qui Ciampi non solo ammette che abbiamo rinunciato a parti di sovranità nazionale ma che bisognava trasformare l’UE in un “soggetto politico unitario”, ovvero gli Stati Uniti d’Europa.

Su “governo mondiale” avete letto/ascoltato bene, chissà cosa intendeva…

Usando la retorica della pace, che poi è quello che magari colpiva di più il cittadino medio, Ciampi vendeva i peggiori atti eversivi contro la Costituzione.

Ma gli italiani all’epoca erano totalmente rincoglioniti (scusate il francesismo) dalla propaganda unionista, da non sospettare assolutamente nulla.

COS’È CAMBIATO OGGI?

A differenza di allora, oggi il motivo di esistenza dell’UE non è più, ipocritamente, “la pace” ma il fatto di voler competere con la Cina, ovvero andare verso una guerra commerciale.

Per fortuna oggi sempre più persone stanno prendendo coscenza della truffe di euro e unione europea, ma riascoltare questi discorsi ci fa capire come tutti abbiamo dormito almeno fino al 2011-2012.

A proposito di quel periodio, lo stesso Ciampi il 29 ottobre 2011, intervistato dal sole 24 ore, ribadiva:

Non molti ricordano oggi che battere moneta «è un atto fondamentale nella sovranità dello Stato». Avervi rinunciato in favore di un’istituzione federale «è stata una decisione difficilissima».

Il 9 dicembre 2020 ci sarà il centenario della nascita di Ciampi, chissà se qualcuno ricorderà le dichiarazioni eversive fatte durante i discorsi di fine anno 1999 e 2001.

Noi ci portiamo avanti