L’inferno di Dante ai tempi del covid-19

A quasi due anni dalla dichiarazione dello stato di emergenza pandemico, ripercorriamo le più famose frasi uscite in questo arco temporale. Per farlo ecco una rappresentazione a tema covid dell’inferno di Dante.

Quella che avremo a vedere è la versione aggiornata del primo inferno pubblicato sul mio profilo twitter il 13 dicembre 2021, modificato secondo i numerosi suggerimenti ricevuti. Ecco qui l‘inferno covidantesco: lasciate ogni Speranza (maiuscolo) o voi che entrate.

FASE 1: LE RASSICURAZIONI

Tutto comincia con lo stato di emergenza dichiarato del 31 gennaio 2020, il giorno dopo che l’OMS aveva dichiarato l’emergenza pandemica da coronavirus. Ma quale fu la reazione a febbraio 2020? Quella di minimizzare il fenomeno.

Come scordare l’abbraccia un cinese di Nardella, o l’aperitivo contro la paura di Zingaretti? Oppure ancore le sardine che dicevano: “il vero virus è il razzismo“? In tutto questo il “TVirologo” per eccellenza, Burioni, ci rassicurava che in Italia il contagio è impossibile, mentre il piano pandemico rimaneva aggiornato al 2006

FASE 2: IL LOCKDOWN

Poche settimane dopo il primo caso di Codogno in Lombardia, l’intero paese fu messo agli arresti domiciliari. Il premier Conte rassicurava che si trattavano solo di 2 settimane di lockdown, che saremmo stati distanziati oggi per riabbracciarci domani. Era appena cominciata l’epoca delle conferenze sui social e dei DPCM.

Nel frattempo la sanità andava al collasso, complice almeno una decade di tagli alla sanità che ha visto la riduzione dei posti letto, degli ospedali, del personale sanitario (con buona pace di chi lo nega).

In molti poi hanno puntato il dito anche sul protocollo, tuttora in vigore, “tachipirina e vigile attesa” (ricordiamo che il paracetamolo è il principio attivo della tachipirina) del ministro Speranza, sulle mancate autopsie, sull’insabbiamento di tutte le cure che man mano uscivano fuori. E la lista potrebbe essere ben più lunga.

In tutto questo l’allora ministro dell’economia Gualtieri rassicurava che nessuno avrebbe perso il posto di lavoro, ma la verità è che nel 2020 si sono perduti 456mila posti (-2% rispetto al 2019). Ora questo personaggio è il nuovo sindaco di Roma.

FASE 3: L’ARRIVO DEI “VACCINI”

Fino a fine 2020 chi osava puntare il dito contro le misure restrittive del governo era tacciato di essere un “negazionista” (termine orribile usato con estrema nonchalance), pertanto doveva firmare un fantomatico “modulo di rinuncia alle cure“. Peccato le cure siano un diritto e, soprattutto, sono già pagate a suon di tasse.

In questi due anni poche voci, fra quelle autorevoli, si sono distaccate dal pensiero unico puntando il dito contro gli errori e le bugie di vari governi. Quello più preso di mira è, a mani bassi, il premio Nobel Luc Montagnier, memorabile il “rincoglionito” di Bassetti.

Ma l’affetto verso lo scienziato francese lo potete verificare dal calore della gente (mentre la scorta della “banda Bassetti” è l’agente) in un suo recente intervento a Milano, il 15 gennaio 2022, dove si è anche criticato duramente il cosiddetto “vaccino” anti-covid.

Questo farmaco di nuova generazione, arrivato a fine 2020, prometteva di essere la soluzione del problema, o meglio i politici lo hanno presentato così. Nel corso del 2021 è stata portata avanti la più grade campagna vaccinale di tutti i tempi (in Italia il 75% della popolazione ha la doppia dose), ma non senza polemiche.

Un vero vaccino per definizione immunizza, un vaccinato non può né infettare né infettarsi (salvo rarissimi casi), mentre in molti lo hanno paragonato al casco o alla cintura di sicurezza, due strumenti che servono semplicemente a ridurre le conseguenze di un incidente e non ad evitarlo.

E in effetti chiamare vaccino ciò che in realtà è una terapia è stato geniale, perché in questo modo non si deve dimostrare nulla, a cominciare dalla cosiddetta “immunità di gregge“. Una soglia di popolazione vaccinata che cambia a seconda della narrazione: prima il 70% della popolazione, poi l’80%, poi il 90%.

A tale scopo viene istituito il “green pass” – una misura palesemente ricattatoria, discriminatoria e incostituzionale (vedi art. 3) – ma che per qualcuno sarebbe come la patente di guida. Peccato che, prima del 2021, a nessuno sia mai stato chiesto tale documento come requisito per entrare in un ristorante o in palestra, e figuriamoci poi sul luogo di lavoro.

Fra gli improbabili paragoni con il codice della strada spicca quello con il semaforo, ricordate la catena “io sono no-sem” sui social? Il semaforo rappresenta delle semplici regole di precedenza, cosa ci azzecca con un trattamento sanitario lo sanno solo loro.

Benché si sappia poco il nulla di questo trattamento, il presidente Draghi in una conferenza stampa se n’è uscito dicendo “non ti vaccini, ti ammali, muori o fai morire“. E che il green pass dava la garanzia di non ritrovarsi fra persone non contagiose, il risultato è stato ottenere il record di contagi.

Un film già visto con le politiche di austerità, che se non funzionano è perché “ce ne vuole di più”, non meravigliatevi quindi se il governo opta per il “super green pass“. Eppure lo sapevamo sin dall’inizio che questo trattamento “funzionicchia“, perché così l’aveva definito Massimo Galli che in tempi recenti, da tri-vaccinato, si è beccato la variante omicron.

Cosa sia il covid è ormai chiarissimo, una malattia pericolosa per anziani e fragili, ma che per giovani e sani comporta un rischio bassissimo. Dal momento che questi vaccini non fermano la corsa del virus, vaccinare bambini, adolescenti e giovani adulti significa solo esporli ai rischi del suddetto trattamento. Eppure i dati della letalità sotto i 40 anni sono bassissimi.

Poi c’è la delicatissima questione degli effetti avversi, liquidati con il “nessuna correlazione” sia che si tratti di invalidità che di morte. In questi casi la colpa è quasi sempre delle patologie pregresse.

A proposito di colpe, al posto dei vecchi “negazionisti” ora ci sono i “no-vax” come nuovo capro espiatorio, che possono essere insultati in tutti i modi possibili in quanto “untori”. La caccia al non vaccinato era un il titolo di una prima pagina di Repubblica del 19 luglio 2021, ma ce ne sono tanti altri.

Infine l’immancabile tour nelle terapie intensive, per vedere cosa, che sono semivuote? Che sono piene di non vaccinati? In questo caso ci sono molti dubbi sull’attendibilità di questi dati, che l’ISS spaccia per “dati grezzi” per provare a giustificare le loro enormi incongruenze.

ULTIMA FASE: I PROCESSI

Una delle critiche più frequenti, alla prima versione, fu quella di aver messo troppo in alto i giornalisti. Mi avete convito, allora mettiamo i “professionisti dell’informazione” (così si sono definiti in uno spot mediaset di marzo 2020) dove meritano: nel girone dei traditori.

E in effetti senza il loro spaventoso pompaggio mediatico, come i bollettini quotidiani sui morti, il covid sarebbe passato come una normale malattia con cui conviverci. I famosi “5 milioni di morti” nel mondo (in un anno e mezzo), li facevano già ampiamente le altre malattie infettive, nel 2017 erano 3,91 milioni per l’esattezza.

Per non parlare poi dell’odio che hanno aizzato nei confronti dei cittadini non vaccinati i quali, a loro avviso, dovrebbero essere esclusi dalla società e di morire di fame.

Mai si era vista una campagna denigratoria così marcata nei confronti di chi sta esercitando un proprio diritto, senza infrangere alcuna legge. Immaginate se lo stesso trattamento fosse riservato a minoranze come omosessuali e stranieri.

In questo senso hanno dato man forte i virologi da salotto TV prima a favore di ogni chiusura possibile e poi a spingere il vaccino a “la qualunque”, benché il rischio non sia lo stesso per tutti, per il già citato discorso su fasce d’età e patologie pregresse. Ma se passasse questo messaggio cadrebbe il messaggio per cui il covid sarebbe la nuova peste nera.

Arriviamo dunque ai politici. Al penultimo posto gli euroinomani coloro che in questi anni hanno gridato “più europa” e nel nome dei sacri vincoli di bilancio hanno depotenziato la sanità (salvo poi provare grottescamente a negarlo). Loro sono dichiaratamente nemici dell’interesse nazionale, e non fanno nulla per nasconderlo.

Peggio dei veri nemici ci sono i falsi amici, nel caso dei politici i gatekeeper, coloro che nel 2018 sono stati votati in quanto percepiti come “anti-sistema” per poi andare a sostenere il governo del vile affarista.

Draghi è un nemico giurato dell’Italia, fa schifo ma è coerente, mentre il suo predecessore Conte si presentò, ricordate, come “l’avvocato del popolo”. Ma più in generale sia il Movimento 5 Stelle che la Lega si sono rimangiati ogni promessa di cambiamento, al fine di disattivare il dissenso e di riportarci all’ovile.

Il punto più basso dell’inferno covidantesco è il “great reset“, ovvero un’idea malata di società del futuro partorita dal World Economic Forum di Davos nel 2020, con tanto di video ufficiale.

E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

Purtroppo la mancanza di gironi sufficienti ha fatto si che perle come il “chiusi in casa come sorci” o la canzoncina “si si vax” rimanessero escluse. È stato davvero difficile selezionare il meglio del peggio di questi due anni, e l’appena cominciato 2022 ci sta già regalando delle perle come quella dei “dati grezzi“.

Nel 2021 si è “festeggiato” il 700° anniversario della morte di Dante, e ci tengo a sottolineare che già nella versione originale il sommo poeta puniva i traditori della Patria (li collocava nella seconda zona dell’ultimo cerchio).

Siamo partiti dalla selva del pipistrello oscuro di Wuhan, per arrivare al grande reset, e della tanto invocata “immunità di gregge” per ora c’è solo il gregge. In attesa della fine di questo inferno, salvate tutto il salvabile (video, articoli, foto, commenti) per inchiodare non solo i responsabili del disastro, ma pure i comuni cittadini che si sono schierati a favore di questa vergogna storica.

Tutta gente che proverà a riciclarsi, esattamente come quei fascisti che, dopo la fine del regime, di colpo si erano riscoperti antifascisti…