Il coronavirus ha ucciso l’euro

Se fino a pochi mesi fa, qualcuno mi avesse chiesto di scommettere 50 centesimi sulla fine dell’euro, gli avrei riso in faccia e francamente lo avrei anche mandato a fare una lavanda gastrica con l’acetone.

E credo che la stessa ilare reazione sarebbe stata suscitata ai “grandi” analisti che da anni – chi su posizioni anti-euro e chi su posizioni pro-euro – seguono gli eventi politici ed economici del Vecchio Continente.

Però poi è arrivato un piccolo, minuscolo, microscopico esserino chiamato Coronavirus (per Di Maio si pronuncia “coronaVAIRUS”) che ha letteralmente ribaltato il tavolo da gioco mandando in frantumi vent’anni di dogmi ultraliberisti, anti-statalisti e soprattutto i piani egemonici della Germania ed il suo IV GrossDeutsches Reich.

Non voglio assolutamente ripetere cronologicamente eventi che già tutti voi conoscete; né tanto meno voglio infilarmi in supposizioni talmente astruse da rischiare lo scivolone in quella categoria che ai più è conosciuta come “Complottismo”.

Non voglio e non ne ho nemmeno la presunzione: per dirla alla Kant, posso permettermi soltanto giudizi sintetici a posteriori. Cioè quelli dettati dall’esperienza e che aggiungono qualcosa di nuovo all’oggetto.

Quindi mi limiterò ad analizzare quelle che sono state le mosse del Governo e del Parlamento italiano per fronteggiare questa crisi e per, dall’altro lato, giocarsi la partita in Unione Europea.

E devo ammettere, non senza qualche dolorino al mio orgoglio, che il governo si sta muovendo discretamente.

Certo, le misure economiche previste nel decreto “Cura Italia” sono ridicole se paragonate al costo economico di questa pandemia.

Quello che più è interessante al momento da capire e analizzare, sono le mosse che governo e parlamento stanno attuando; il primo in Europa e il secondo sul fronte interno.

IL GOVERNO FINO A POCHE SETTIMANE FA

Prima di questa crisi, Conte & Co erano meri esecutori di ordini impartiti dall’alto. A fine dicembre 2019 era stata presentata al parlamento la relazione programmatica 2020, ovvero il “programma” da portare avanti in europa.

Al capitolo “politiche macroeconomiche” la linea era quella del rafforzamento dell’unione economica e monetaria: riforma del MES, unione bancaria e bilancio europeo.

FONTE: Relazione programmatica 2020 (pag 27)

Ma poi la nuova emergenza dalla Cina ha ribaltato completamente la situazione, il governo ha dovuto prendere misure (in netto ritardo) per fronteggiare l’emergenza.

Le direttrici di manovra del Governo al momento sono due: il Decreto “Cura Italia” e la partita diplomatica a Bruxelles.

IL DECRETO CURA ITALIA

Per quanto riguarda il decreto “Cura Italia”, bisogna ammettere con onestà intellettuale che – nonostante i 25 miliardi di euro messi in campo sono ridicoli – è però abbastanza deciso sul fronte delle nazionalizzazioni, o per meglio dire, sul fronte della prevalenza dell’interesse pubblico su quello privato.

In particolare due sono le norme che più indirizzano l’azione di Governo in questa direzione: la prima norma è l’articolo 6 che autorizza il Commissario Straordinario all’esproprio d’uso o di proprietà di beni mobili e immobili privati e delle strutture sanitarie private.

FONTE: Gazzetta Ufficiale – art 6 comma 1

Piccola chiosa: se negli ultimi giorni sui social è stato un continuo osannare il governo spagnolo che, a detta di molti stava requisendo tutte le strutture private, quest’articolo credo che possa mettere tutti d’accordo.

Inoltre, a onor del vero, il governo spagnolo non sta requisendo nulla, ha soltanto imposto alle strutture private di comunicare al governo un dettagliato elenco di strumentazioni e strutture che in futuro potrebbero servire nel contrasto al Covid-19.

L’altra norma interessante è l’articolo 79 . In questo articolo si prevede la nazionalizzazione di Alitalia qualora l’ultima asta di vendita dovesse fallire.

FONTE: Gazzetta Ufficiale – art 79 comma 3

E sempre ad onor del vero, se Francia e Germania hanno rispettivamente paventato il loro bazooka, con il governo francese che si è detto pronto a nazionalizzare tutto ed il governo tedesco pronto ad immettere 550 miliardi, ad oggi l’unico governo che realmente si è mosso – anche se , lo ripeto, con somme al momento ridicole – è soltanto quello Italiano. Piaccia o meno, questa è la verità dei fatti.

LA PARTITA IN EUROPA

Sul piano diplomatico con i partner europei – per usare una terminologia tanto cara agli europeisti – il Governo si sta muovendo bene.

Lo dico con spirito critico, con mente lucida e senza lasciarmi trasportare dall’entusiasmo per un governo che avrei lapidato in pubblica piazza fino a pochi mesi fa.

È una semplice operazione di analisi, senza veli e soprattutto senza pregiudizi: è in questi momenti che serve dimostrare quanto sia dannoso il tifo da stadio.

Su questo fronte il Governo ha deciso di muoversi nel seguente modo: richiesta di sospensione del Patto di Stabilità e richiesta di accesso al MES senza condizioni per tutti gli Stati.

Sospendere il Patto di Stabilità significa spendere in deficit senza limiti, senza gli assurdi limiti imposti dal Trattato di Maastricht e quindi dal Patto di Stabilità.

L’accesso al MES per tutti gli Stati, invece, ha più una valenza simbolica e politica, che economica in sé. Queste due proposte sono mirate a scardinare le ultime resistenze teutoniche.

E i tedeschi hanno soltanto una strada: accettare, perché a breve la stessa crisi interesserà pure il loro Sistema-Paese.

Questa richiesta è stata lanciata ufficialmente al grande pubblico da un’intervista rilasciata al Financial Times dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. Leggiamo un estratto:

« L’Italia ha invitato l’UE a utilizzare il suo potente fondo di salvataggio economico per estendere le linee di credito a tutti gli Stati membri per combattere “uno shock globale che non ha precedenti nella storia moderna” poiché il conteggio delle morti per coronavirus in Italia ha superato quello della Cina per la prima volta.

Giuseppe Conte, primo ministro italiano, ha dichiarato al Financial Times che il Meccanismo europeo di stabilità (MES), un fondo da 500 miliardi di euro istituito nel 2012 durante la crisi del debito sovrano dell’eurozona, doveva essere messo in atto per rispondere con urgenza allo scoppio del virus che finora ha contato più di 3.400 vite italiane.

La sua richiesta è arrivata in quanto la Francia ha anche richiesto un’azione congiunta urgente in tutta la zona euro, implorando paesi riluttanti guidati dalla Germania a unire le forze e sostenere l’uso del MES o consentire l’emissione di obbligazioni comuni (eurobond ndr) nella lotta contro la crisi. Bruno Le Maire, ministro delle finanze francese, ha avvertito in parlamento che “o la zona euro risponde in modo unito alla crisi economica ed emerge più forte, oppure è ovunque e rischia di scomparire“. »

Nell’intervista si legge chiaramente (e al momento sembra che in Italia siamo in pochi ad averla letta con attenzione)  che sia Conte sia Le Maire dicano chiaramente che o l’Unione Europea mette in campo tutta la sua potenza di fuoco o è destinata a scomparire.

Le parole, sembrano rivolte direttamente ai padroni di quest’organismo sovranazionale criminale, la Germania.

I tedeschi tuttavia rimangono arroccati nelle loro posizioni, con il loro atteggiamento tipicamente autodistruttivo che li ha contraddistinti negli ultimi cento anni di storia europea.

La prima richiesta, quella relativa alla sospensione del Patto di Stabilità è stata accolta: infatti la Commissione Europea ha attivato la clausola di sospensione del Patto. Si attende adesso che si accetti anche la seconda proposta.

Nel frattempo va segnalato il fatto che Banca d’Italia sta acquistando direttamente dal MEF i nostri Titoli di Stato.

FONTE: Comunicato del Dipartimento del Tesoro

Queste acquisizioni in futuro , tramite la tipica partita di giro esistente tra lo Stato e la propria Banca centrale, saranno delle entrate per lo Stato.

LA PARTITA IN PARLAMENTO

L’azione “estera” del Governo è accompagnata dal lavoro del Parlamento, ed in particolare dall’attività del CoPaSiR, il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

In quest’ultima settimana il comitato ha fatto sentire la propria voce: in primis chiedendo ai nostri servizi – il DIS, Dipartimento Informazioni e Sicurezza – un rapporto su eventuali scalate e attacchi speculativi alle nostre imprese, oltre che ai Titoli di Stato.

Nel mentre, il vice-presidente del CoPaSiR Adolfo d’Urso in un’intervista rilasciata all’Huffington Post ha dichiarato che presenteranno emendamenti al Decreto Legge Cura Italia che autorizzeranno il Governo ad utilizzare il Golden Power per tutelare tutte le nostre imprese, non soltanto quelle a partecipazione statale prevalente, ma anche totalmente private quotate in borsa.

Infine – sempre secondo quanto affermato da D’Urso – verrà appositamente approvato un emendamento che libererà la liquidità di Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane per sostenere le imprese e i lavoratori.

Tale proposta è stata già ampiamente approvata dal Governo che si è detto favorevole. Questo, si legge nella prima citata intervista “Siamo arrivati alla linea del Piave“.

CONCLUSIONI

Chi ha avuto la bontà di leggere fino alla fine, avrà forse il dubbio che il sottoscritto si sia trasformato in un entusiasta sostenitore di questo Governo.

In realtà mi sto limitando a dare una lettura dei fatti, della posta in gioco e dei possibili risvolti.

È chiaro ormai, lapalissiano aggiungerei, che l’Unione europea è morta, dopo la sospensione di Schengen è arrivata la sospensione di Maastricht: due pilastri sono stati smantellati.

Per questi motivi mi ritengo fiducioso e consiglio a tutti di non vedere il MES come uno spauracchio. Se accettano la proposta di accesso al MES per tutti gli Stati pro quota significa che i teutonici potranno cominciare il conto alla rovescia della fine dell’euro con più preavviso.

Se invece la proposta viene bocciata l’unica strada da percorrere, che il governo voglia o meno, è il recesso unilaterale, il crollo dell’euro e il ritorno alle monete nazionali. Tertium non datur.

In tutta questa vicenda ci sono dei paradossi:

1) il Governo italiano, ad oggi più realista del Re, ad ogni mossa che propone conferisce dei colpi micidiali all’unione monetaria;

2) l’Alleanza anti-tedesca la guidiamo noi e siamo appoggiati da Francia e Spagna che ad ogni nostra proposta corrono subito a sottoscriverla;

3) le mosse degli ultimi giorni, il nuovo QE da 750 miliardi di euro, la sospensione del Patto di Stabilità e a breve l’accesso al MES per tutti, sembrano passi per lo smantellamento controllato dell’unione monetaria.

FONTE: Profilo Twitter Lagarde – 19 marzo 2020

Insomma l’euro è morto, ma stanno posticipando la comunicazione del decesso a dopo la crisi sanitaria in corso.

Se i presupposti sono questi, se questi i paradossi e le mie analisi non sono frutto di un abbaglio di colossali dimensioni, mi voglio pregiare dell’onore di comunicarvi che i tedeschi ormai battono in ritirata, arroccati nel loro bunker come nel 1945.

Ricordiamo tutti come finì all’epoca: una bandiera rossa sventolava sul Reichstag. Questa volta a sventolare sarà il nostro Tricolore.

Una risposta a “Il coronavirus ha ucciso l’euro”

  1. Spero che questa analisi sia reale è che si sia arrivato ad un punto di non ritorno per la quale è necessario prendere decisioni a nostro favore e ritornare come eravamo prima di questi venti anni! C’è bastato un invisibile virus per avere quel colpo di coda necessario per fare svegliare il governo italiano,anche se la prossima mossa sarebbe quella di eliminare per sempre dalla politica tutti gli anti-italiani!

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