Green pass: dalla dittatura finanziaria a quella sanitaria

Il mantra dell’emergenza è il cavallo di troia con cui, negli ultimi trent’anni, sono state imposte tutte quelle misure che, in condizioni normali, la popolazione non avrebbe mai accettato. Dal 1992 fino al 2019 l’emergenza riguardava la finanza pubblica, sulla base degli arbitrari parametri decisi a Maastricht.

Se nel nome dei sacri vincoli di bilancio questo significava, per esempio, aumentare la disoccupazione, il precariato, l’età pensionabile i nostri governanti lo hanno fatto senza batter ciglio. E se si osava contestare tali scelte politiche si usava come capro espiatorio l’emergenza dei conti pubblici, oltre ad essere tacciati di essere fascisti, populisti e tante altre etichette preconfezionate.

Questa sedicente emergenza è andata avanti a suon di dogmi incontestabili: “ce lo chiede l’europa”, “non c’è alternativa”, “fate presto”, per citare i più noti. L’ovvio risultato è stato l’arretramento, di decenni, in termini di diritti sociali.

DALL’EMERGENZA ECONOMICA A QUELLA SANITARIA

Il tanto rimpianto 2019 purtroppo non era la normalità, la nostra democrazia era stata già pesantemente distorta dal vincolo esterno. Ma visto che al peggio non c’è mai fine, nel nome di una nuova emergenza – quella sanitaria – ad essere direttamente sotto attacco ora sono i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Ma come si è arrivati a questa follia che, se ce l’avessero detto nel 2019, non ci avremmo mai creduto? Con il collaudato metodo della rana bollita, cioè di misure imposte con gradualità. Si era partiti da “erano solo due settimane di lockdown“, “è solo una mascherina” (prima imposta al chiuso e dopo all’aperto). Poi è arrivato il vaccino che doveva essere una sola dose, anzi due, forse tre.

L’ultima trovata del governo è stata l’istituzione del cosiddetto green pass, un lasciapassare che serve – secondo loro – a garantire la sicurezza di tutti. Come abbiamo spesso ripetuto, la gestione dell’emergenza coronavirus ha molto poco di sanitario e tanto di politico.

Questa misura ricorda molto, quello che è in Cina è già una realtà: un sistema di credito sociale, dove chi non obbedisce ciecamente agli ordini dell’esecutivo, viene penalizzato. Per chi ne volesse sapere di più, ecco un breve servizio della RAI di qualche anno fa.

COME TI COMPRIMO IL DIRITTO AL LAVORO

Con la vecchia “dittatura finanziaria” si utilizzavano i mezzi dall’economia e della finanza per compromettere i diritti sanciti dalla nostra Costituzione, garantiti solo a condizione che “ci siano le coperture”.

Con l’emergenza sanitaria, i sacri vincoli di bilancio sono stati temporaneamente sospesi – le pandemie rendono sostenibili i conti pubblici, sapevatelo – in compenso son stati introdotti nuovi strumenti, ma con effetti molto più devastanti nel breve termine.

Uno l’abbiamo già accennato, il lockdown, che ha penalizzato in primis i liberi professionisti i quali, a fronte di enormi danni, dal governo hanno ricevuto giusto l’elemosina. E le proteste, nel corso di questi mesi, non sono certo mancate.

FONTE: ANSA – manifestazione “Io apro” a Roma (6 aprile 2021)

Arriviamo quindi al 6 agosto 2021, il giorno in cui entra in vigore il green pass. Non pago di aver messo in ginocchio un paese, adesso il governo vuole che chi gestisce bar, palestre, ristoranti si comporti da “kapò” nei confronti dei propri clienti, con conseguenti ulteriori mancati incassi.

E per chi credeva che tutto questo fosse un problema solo per il popolo delle partite IVA, si sbagliava, perché dal 15 ottobre 2021 il “lasciapassare verde” diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori, inclusi anche i tanto vituperati dipendenti pubblici.

UN RICATTO DI STATO

Per ottenere il green pass bisogna soddisfare uno di questi tre requisiti: vaccinazione già effettuata, tampone con esisto negativo, oppure un certificato di guarigione dal covid-19. La differenza però, sta nella scadenza. Infatti il green pass ottenuto con tampone vale appena 48 ore contro i 12 mesi di chi, invece, lo ha ottenuto vaccinandosi.

Che il green pass fosse un obbligo vaccinale camuffato lo avevano capito anche i sassi, ma vale la pena ascoltare questa dichiarazione confessoria del ministro Brunetta di poche settimane fa.

« (…) Qual è la logica, devo dire geniale, del green pass? Tu dici o ti vaccini (no non mi vaccino), o guarisci (vabbè se non l’ho preso). E allora ti fai i tamponi: i tamponi sono un costo psichico, fatevi infilare dentro il naso, fino al cervello, i cotton fioc lunghi. È un costo psichico e costo monetario: 50 euro, due volte 60 euro, più il costo organizzativo (…) »

Dunque voi siete liberissimi di non fare il vaccino, ma se non cedete al ricatto allora c’è la tortura dei tamponi, da fare a giorni alterni, con un esborso di circa 50-60€ a settimana (spesa mensile di almeno 200€ che non tutti possono permettersi). Più tutta la pazienza di fare la fila in farmacia, sopportare il dolore fisico, e sperare che l’esito non sia positivo.

Come vedete l’obbligo vaccinale formalmente non c’è, ma se non vi siete sottoposti alla vaccinazione – dato che molto difficilmente si può ottenere il certificato di guarigione – allora il governo vi renderà la vita difficilissima, a cominciare dall’impossibilità di portare il pane quotidiano in tavola.

Voi capite che il metodo usato dal governo è, né più né meno, quello del pizzo mafioso (nemmeno questo è obbligatorio) che non si può esattamente definire rispettoso della persona umana, il paletto che imporrebbe l’art. 32 della costituzione. Fermo restando che i principi fondamentali della Carta – i primi dodici articoli – prevalgono su tutto il resto, e che non si può certo subordinare il diritto al lavoro ad un discriminatorio lasciapassare.

PERCHÉ TANTA CATTIVERIA?

Sorge spontaneo chiedersi il motivo di tutto questo accanimento nei confronti degli italiani. La campagna vaccinale è andata male? Guardando i dati, tutto si può dire fuorché sia stata un flop. E adesso l’Italia si trova nelle posizioni medio-alte della classifica, sia in europa che nel mondo.

FONTE: Our World in Data – coronavirus data explorer

Contrariamente a quello che vorrebbero far percepire i media o i politici, l’Italia non è un paese “no-vax“, l’ennesima (stupida) etichetta usata contro anche chi osa porsi una domanda su tutta questa vicenda. Il vero motivo di tale repressione è quello di creare, lo avevamo accennato all’inizio, è quello di creare un sistema di controllo permanente dei cittadini.

Non ubbidisci agli ordini del governo? Ti spegneranno con un click, senza manganellate e senza violenza fisica. Era il sogno erotico di qualsiasi dittatore del passato, ma che solo oggi è possibile per via del progresso tecnologico. Il “green pass” dunque non è una misura temporanea, come falsamente viene presentata (con tanto di data di scadenza), vedrete che diventerà permanente e che sarà esteso anche in altri ambiti.

Più obbedirete, più il governo andrà avanti. Del resto a capo ora c’è il liquidatore Draghi che, evidentemente non pago di aver capeggiato la dittatura finanziaria, adesso vuol dare il suo contributo pure alla dittatura sanitaria. Ma questa volta il popolo sembra essersi risvegliato, ci attende un autunno caldo.