Crisi economica: tutte le volte che ci hanno mentito sulla “ripresa”

Da troppi anni, ormai più di un decennio, la parola crisi è divenuta parte della nostra quotidianità. Tuttavia agli italiani è sempre stato raccontato dai politici, dai media mainstream che “c’è la ripresa” oppure “la crisi è alle spalle“.

Dopo il crollo della Lehman Brothers (2008-09), la crisi dell’eurozona (2012-13) e infine quella del coronavirus (2020) sarebbe l’ora di fare un “fact-checking” che mette a confronto le chiacchere con i dati oggettivi.

LE SPARATE DEI POLITICI

Ecco una serie di vecchi articoli di giornale, facilmente reperibili in rete, dove il presidente del consiglio in carica tentava di rassicurare gli italiani sull’economia.

Berlusconi: abbiamo la crisi alle spalle – Sky TG24 (29 giugno 2010)

Monti: la crisi è passata ora possiamo rilassarci – Il Fatto Quotidiano (2 aprile 2012)

Letta: crisi alle spalle – Il Sole 24 Ore (2 febbraio 2014)

Renzi: siamo fuori dalla crisi economica – La Stampa (17 marzo 2015)

Gentiloni: alle spalle la crisi più dura dal dopoguerra – La Repubblica (2 settembre 2017)

Conte: Il 2019 sarà bellissimo, per l’Italia ripresa incredibile – Ansa (1 febbraio 2019)

LA DURA REALTÀ DEI FATTI

Ecco la serie storica del PIL reale italiano, che mostra come, dal 2008 ad oggi, la millantata ripresa economica non sia mai andata oltre il rimbalzo del gatto morto.

FONTE: dati ISTAT – Conti nazionali ➡️ Conti e aggregati economici nazionali annuali ➡️ Prodotto interno lordo e principali componenti

Per considerare davvero il paese fuori dalla crisi, è necessario recuperare almeno i valori di PIL antecedenti alla crisi.

Lo abbiamo detto mille volte, ma l’Italia nel 2019 aveva a malapena recuperato i valori del 2011, mentre continuavamo ad essere sotto di quasi il 4% rispetto al 2007. Per non parlare poi di tutti gli altri indicatori: la produzione industriale, i salari reali, la disoccupazione ecc…

LA SITUAZIONE ATTUALE

Chiusa parentesi, per i dati del PIL sul 2021 abbiamo solo i primi due trimestri dell’anno (dati ancora provvisori), ma possiamo pur sempre vedere la differenza rispetto ai valori pre-crisi, sia quelli del 2008 che quelli del 2019.

FONTE: dati ISTAT – Conti nazionali ➡️ Conti e aggregati economici nazionali trimestrali ➡️ Prodotto interno lordo e variazioni (stima preliminare)

Nel secondo trimestre 2021, nonostante il fisiologico “rimbalzo”, in termini reali il PIL era sotto del 3,8% rispetto all’ultimo trimestre del 2019 e ancora di ben 8,5 punti rispetto al massimo storico del primo trimestre 2008.

A questo punto una domanda sorge spontanea: visto che le crisi passate non sono mai state recuperate, per quale motivo dovremmo riuscirci adesso?

È vero che rispetto al passato i vincoli di bilancio sono stati temporaneamente sospesi, tuttavia con le ben note restrizioni – l’ultima il green pass – si sta di fatto impedendo alle persone di spendere pienamente (e a breve anche di lavorare).

A differenza dei suoi predecessori, Draghi è molto più cauto con i proclami, del resto è qui per liquidare ciò che rimane dell’economia italiana. La vecchia austerità ha solo cambiato volto e la prossima ondata sarà quella della povertà.